Da Raccontando Pannella... a ruota libera.
Una delle prime esperienze forti che feci quando mi imbarcai nell'avventura radicale fu quella di andare a visitare le carceri. Qualcuno riteneva che fosse pericoloso entrare nelle celle. E spesso gli agenti scortano i visitatori nelle celle. I Radicali avevano un diverso stile. Ti fermi davanti ad una cella, te la fai aprire. A quel punto entrano il maresciallo, le guardie, specie se il detenuto è pericoloso. Le prime volte delle mie visite, il personale di custodia voleva fermarsi dentro, mentre tu parlavi con i detenuti. Mi resi subito conto che un detenuto non ti può raccontare le cose che non vanno, davanti agli agenti. Da allora ho sempre fatto uscire tutto il personale di custodia e poi mi sono chiuso dentro con i detenuti. A quel punto scattava una gara tra tutti i presenti a farti ogni sorta di cortesie: il caffè, la sigaretta, la chiacchiera sulle condizioni di vita del detenuto. Non ho mai avuto un attimo di timore che mi potesse succedere qualcosa. Certo è che se tu li tratti come gli animali che si vedono allo zoo: passi davanti alle loro gabbie con l'aria di chi pensa: prima me la sbrigo meglio è, ti può capitare anche che ti sputino in faccia, come successe a qualcuno. La sensibilità dei Radicali per il carcere, come luogo separato della società, come non luogo, dove fino a non molti anni fa non era consentito andare e non si andava, ma dove le società occultano il loro più profondo modo di essere, ha fatto crescere quella sensibilità che dal mondo delle carceri dilaga nella società. La stratificazione, la discesa agli inferi ha tanti gironi e in ciascuno c'è una componente della nostra società, e in basso stanno quelle meno significative, quelle che hanno un po' meno opportunità e dunque, consequenzialmente, qualche diritto in meno. È la strada che porta a scoprire che i diritti civili da rivendicare, non sono mai delle minoranze, ma di quasi la totalità delle nostre società. È che ciascuna minoranza crede di essere l'unica minoranza sventurata. E così i giovani senza futuro o le donne o gli anziani o gli handicappati. I carcerati, gli omosessuali, i senzacasa, i senza lavoro. Queste categorie sono quasi tutta la nostra società. Se poi andiamo a esaminare quella minoranza forte che governa le nostre società, i maschi adulti impiegati nelle attività produttive, si scopre che anche fra questi, i più si sentono, e sanno di essere, minoranze. Perché vengono espulsi dal lavoro prima, perché a parità di prestazioni hanno paghe più basse e così via.
www.radicalisenzafissadimora.org
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