Lunedì prossimo, nell'ambito del ciclo di incontri 'Quale crescita per l'Europa?', il Circolo culturale 'Altiero Spinelli', in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano, l'Ufficio di informazione di Milano del Parlamento Europeo e la Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, organizza un dibattito dal titolo 'Quale modello di sviluppo per l’Europa?'. Partecipano: Alfonso Iozzo, economista e già presidente del Movimento Federalista Europeo; Alessandro Missale, docente di Economia europea presso l'Università degli Studi di Milano; Olivia Bonardi, docente di Diritto del lavoro presso l'Università degli Studi di Milano; Patrizia Toia, parlamentare europea del Partito Democratico. Introduce: Antonio Longo, direttore del Circolo culturale 'Altiero Spinelli'.
La crisi greca e dell'Eurozona mostrano che la politica di risanamento dei bilanci nazionali deve essere accompagnata da una politica di crescita e che questa deve essere fatta dall'Europa. Di quale crescita occorre parlare? Quattro-cinque anni di crisi finanziaria, economica e sociale mostrano che il vecchio modello di sviluppo economico non è più ripristinabile nelle stesse forme. Il ciclo della rivoluzione industriale si è chiuso ed è iniziata l'era della rivoluzione scientifica e tecnologica e dell'economia sostenibile (...). È indispensabile il varo di un piano europeo limitato ma decisivo per indicare la direzione di marcia a tutti gli operatori economici e sociali europei (...). Il rilancio degli investimenti di cui ha bisogno l'Europa nei settori delle energie rinnovabili, della ricerca scientifica e dell'innovazione devono essere attuati contando su 'risorse proprie' ed attivando l'emissione di Euro Project Bonds (...). Ma il nuovo modello di sviluppo non è solo una questione economica, ma anche sociale e politica ad un tempo. Ha a che fare con la necessità di riformare la struttura del vecchio 'welfare' che chiedeva contributi ai giovani per sostenere gli anziani (...) e che non è più sostenibile, per passare ad un nuovo 'welfare' basato sulla costituzione di alcuni beni pubblici essenziali in 'Fondo patrimoniale' a carattere pubblico. Esso manterrebbe la proprietà degli investimenti effettuati, al fine di disporre — con il reddito sia pure differito di tali investimenti — di risorse per le nuove generazioni (...). Sarebbe così possibile effettuare la svolta dal 'debito' al 'credito' pubblico e garantire un nuovo 'welfare' alle giovani generazioni. Dunque, un nuovo 'dividendo sociale' come elemento centrale del nuovo 'welfare' e del modello sociale europeo (Alfonso Iozzo).
Appuntamento lunedì 4 giugno alle ore 16:30, presso l'Aula 5 della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano in via Conservatorio 7 (MM1 San Babila) a Milano.
(Grazie ad Antonio Longo e Alessandro Zunino per la segnalazione).
www.radicalisenzafissadimora.org
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