Atto costitutivo

L'assemblea costitutiva dell’associazione radicale: "senza fissa dimora", riunita a Milano in Via Conterosso n° 5 il 3 luglio 2008.

RICORDA con gioia il voto ONU che chiede agli Stati membri di: "stabilire una moratoria delle esecuzioni, in vista dell’abolizione della pena di morte"; una conquista umana e civile per l'intera umanità, che segna la
fine dello Stato-boia sancendo l'indisponibilità della vita dei cittadini da parte delle istituzioni; un grande
successo non solo della lotta nonviolenta condotta dai militanti e dai dirigenti radicali, ma del governo
Prodi, dell'intero Parlamento e del Paese.

RIVOLGE un riconoscente pensiero a Piero Welby e a Luca Coscioni, martiri, come successivamente Giovanni Nuvoli, della lotta per l’affermazione della libertà individuale e dell’autodeterminazione;
dell'attenzione alla qualità della vita e alla diminuzione delle sofferenze; dell'indisponibilità del destino dei
cittadini malati da parte di medici, istituzioni sanitarie o politiche.
Segnala con soddisfazione le importanti sentenze del giudice civile di Roma (Riccio) e della Corte di
Cassazione (Englaro) sulla materia.

CONSIDERANDO la nonviolenza come l'unico strumento politico:

• in grado di opporsi efficacemente alla violazione sistematica della Legge, delle leggi così come delle dichiarazioni sui diritti umani;

• in grado di riaffermare e imporre, innanzitutto alla coscienza di chi avrebbe il dovere di osservarlo e farlo osservare, il rispetto del principio di legalità, la cui violazione – a livello nazionale e internazionale nel mondo democratico – rappresenta il problema principale del nostro tempo;

• in grado perciò di consentire l'affermazione dei diritti individuali naturali, cosi come storicamente acquisiti.

SALUTA CON RICONOSCENZA:

• la modifica della denominazione del Partito Radicale trasnazionale e transpartito in "Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito" (denominazione accettata recentemente dal comitato Onu sulle Ong, anche grazie all'opera del Ministero degli Esteri, che si è adoperato affinché venisse vanificata l'iniziativa guidata dalla Repubblica Popolare Cinese e volta ad impedirlo).

• L'approvazione, da parte del Parlamento Europeo, del "rapporto Cappato" sul rispetto dei diritti umani nel mondo, documento che, tra l'altro, individua nella nonviolenza: "lo strumento più adeguato per il pieno godimento, l'affermazione, la promozione, il rispetto dei diritti dell'uomo fondamentali" e propone di dichiarare il 2010 Anno europeo della nonviolenza.
Documento importante perché definisce il diritto alla democrazia: "diritto umano fondamentale"; ancor più significativo nel un momento in cui l'Unione Europea minaccia di trasformarsi definitivamente da Patria Europea in Europa delle Patrie e dei loro interessi nazionali.

• Il Preambolo allo Statuto dell'UNPO nel quale il Congresso di quella organizzazione di popoli
non rappresentati mette al centro della propria azione, e rafforza come mai prima d'ora, l'impegno alla nonviolenza come strumento contro l'ingiustizia e la mancanza di diritto.

• Le azioni nonviolente del ‘Primo Satyagraha Mondiale per la Pace’, deliberato dal Consiglio generale e dal Senato del Partito Radicale (PRNTT) attuate, in particolare, in difesa del diritto del popolo tibetano e della lotta nonviolenta del Dalai Lama per l’autonomia del Tibet, ancora oggi sottoposto alla brutale repressione cinese.

RICORDA:

• che il Satyagraha mondiale per la pace, la cui massima intensità coinciderà con le Olimpiadi che si terranno a Pechino dall'8 agosto, è iniziativa politica preziosa per la difesa dei diritti civili, politici e sociali dei tibetani, degli huyguri e degli stessi cittadini cinesi. Che quella lotta nonviolenta rappresenta il proseguimento della campagna, di ispirazione gandhiana e nonviolenta lanciata nel 2006, in particolare con il "Manifesto per la pace, la libertà e il diritto" dalla Sinagoga di Firenze;

• che quella campagna ha “l’obiettivo di un urgente intervento politico e istituzionale per la Riforma delle caratteristiche strutturali delle politiche che si scontrano in Medio Oriente e, a partire da lì, nel mondo; che è volta a costruire - superando il principio della sovranità assoluta degli Stati - l'unica alternativa strutturale possibile alla guerra, oggi probabile scintilla di una tremenda deflagrazione mondiale.

RICORDA INOLTRE come già ai tempi della campagna “Iraq libero”, la politica radicale sia stata l'unica alternativa praticabile alla guerra; iniziativa vanificata – come sembra da notizie di stampa non smentite – dalla insuperabile volontà di guerra del Presidente degli Stati Uniti d’America.

* * *

L'assemblea costitutiva dell’associazione radicale: “senza fissa dimora”,

RITIENE che il successo elettorale del 9/10 aprile 2006 abbia avuto un valore strategico, storico.
Da quel successo di Romano Prodi (ottenuto attraverso le liste della Rosa nel Pugno e in particolare con il voto assolutamente determinante degli elettori radicali) è discesa l'alternanza di governo del Paese: premessa indispensabile per la costruzione di un'alternativa laica, liberale e riformatrice.
Grazie alla pur breve durata di quel Governo (in cui ha operato egregiamente Emma Bonino: prima radicale nella storia italiana a ricoprire l’Ufficio di Ministro), Governo difeso anche dai radicali contro chi voleva abbatterlo senza proporre praticabili alternative, si è accelerato il processo di ristrutturazione del “bipolarismo” italiano avviatosi con la fase costituente del Partito Democratico. (Partito che ha rifiutato la candidatura alle primarie di Marco Pannella, privandosi così del confronto con la sua storia e le sue originali posizioni libertarie, liberaldemocratiche e liberalsocialiste).

Con la caduta del Governo Prodi (resa possibile anche dall'avallo, della Giunta per le elezioni del Senato della Repubblica, alla mancata proclamazione di otto Senatori regolarmente eletti dal popolo italiano) si è accelerato il riassetto oligarchico e partitocratrico del regime.
Dopo il diluvio che ha sommerso, escludendoli dal Parlamento, il massimalismo comunista, socialista e verde (oltre a chi non si è rassegnato ad un PD non di sinistra) la delegazione radicale alla Camera e al Senato nei gruppi parlamentari del Partito Democratico – presente in seguito ad un "accordo" che escludeva la presenza autonoma dei radicali e ribadiva il veto nei confronti di Marco Pannella, rafforzandolo con l’esclusione anche di Sergio D'Elia dalle liste elettorali – è l’unica forza organizzata che può rappresentare, in quella sede, la risposta allo stesso modo liberale, libertaria, laica e socialista ai problemi della Repubblica.

Giustizia, ambiente, economia e welfare ma soprattutto il recupero di condizioni di democrazia e di Stato di Diritto: nell'Assemblea dei Mille di Chianciano i radicali (il più antico partito italiano ancora in attività) hanno offerto, per la necessaria rivoluzione liberale, questi fronti di lotta e il loro modello organizzativo (partito di servizio piuttosto che partito-chiesa; partito della libertà di associazione e di tesseramento) ai liberali dei due schieramenti. Feconda iniziativa che ha generato nuovi incontri: l’aggiungersi di Pasqualina Napoletano ai primi convocatori Marco Pannella e Mauro Del Bue e la designazione di un “Comitato per le proposte politiche” composto da: M. Boato, M. Cappato, E. Dejana, L. Manconi e C. Salvi.

L’assemblea, preso atto delle loro dimissioni,
ESPRIME IL SUO APPREZZAMENTO
alla Segretaria Rita Bernardini, alla Tesoriera Elisabetta Zamparutti e alla Presidente Maria Antonietta Farina, oggi rappresentanti la nazione, nel Parlamento italiano, senza vincolo di mandato:

• per aver saputo in un periodo così difficile, mantenere l’operatività di "Radicali Italiani" avviandone il risanamento;

• per aver proposto la discussione sulla "forma partito", cominciando dalla riproposizione dello Statuto del 1967: originale costruzione volta a realizzare un partito di servizio organizzato ogni anno su obiettivi alternativo a quello, allora dominante in Italia, fondato su valori e fatto di insediamenti territoriali e da segretari cittadini, provinciali e regionali;

• Per aver così avviato l’iniziativa per la piena affermazione del principio costituzionale della libertà di associazione del cittadino, come atto non esclusivo ma ripetibile simultaneamente in diversi ambiti, anche in quello politico, indispensabile per avere un P.R. di almeno 200.000 iscritti affinché possa considerarsi strumento adeguato alle sfide che l’attendono.

RICORDA INFINE:

• chehe questo prezioso lavoro sarà vanificato se non sarà battuto il comportamento di totale illegalità di Rai e Mediaset – già sanzionato da 27 condanne dell’Autorità Garante per le COMunicazioni – che ha colpito e colpisce non solo i soggetti radicali nel loro insieme ma anche il diritto di tutti i cittadini a conoscere per deliberare. Che si tratta di un comportamento certamente complice della partitocrazia e del regime dell'abuso eletto a sistema che la connota.

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