Nella riunione del Consiglio dei
ministri di lunedi si sarebbe dovuto parlare di riforma della giustizia; di intercettazioni, di responsabilità civile dei magistrati e di un’Alta corte di disciplina.
Non sembra fosse prevista la discussione sul ripristino della legalità nelle carceri. Difficile che si voglia sintonizzare la responsabilità civile del magistrato con quella (diretta) decisa all'ottanta per cento dal popolo sovrano con un
referendum e, recentemente recuperata con un voto stravagante sull’emendamento
Pini alla Camera.
Comunque l’Associazione Nazionale
Magistrati è intervenuta sulla questione
Il suo presidente Rodolfo Sabelli, dopo un incontro con il
ministro di Giustizia Andrea Orlando, ha rilasciato alla “Repubblica” un’intervista
nella quale ha fissato “paletti”, limiti e “principi per i quali i magistrati
sono pronti a battersi”.
Il Governo, con tutta probabilità, ascolterà soltanto le linee guida proposte dal
ministro Orlando.
E le
intercettazioni? Nessuno ha in animo di limitarle.
Altre sono le preoccupazioni il presidente dell’Anm.
Sulla questione, prendiamo a
prestito le parole di Massimo Bordin (il FOGLIO – 28 giu):
“Quello che
preoccupa non è l’utilizzazione
investigativa delle intercettazioni ma la loro diffusione mediatica, che non
deve venire meno. Occorre continuare ad inzeppare i provvedimenti che aprono
l’indagine con conversazioni intercettate, così che possano subito finire sui
giornali e nei talk. Sabelli, non possiamo credere parlando seriamente, chiama
tutto ciò “controllo diffuso sulla misura”. Provo ad applicarlo e, controllato
il livello, approfitto della diffusione di questo giornale per dire che la
misura è colma”.
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