da "IL GIORNO /Quotidiano nazionale" del 31 maggio
Sconto di pena ai
pusher, il procuratore Gatto: "Arriveranno migliaia di domande, saremo
sommersi dal caos"
I pusher che hanno avuto condanne per spaccio di droghe leggere potranno
chiedere che la pena venga ricalcolata. Il procuratore Nunzia Gatto:
"Chiederò un rinforzo di personale che possa aiutarci nell'emergenza"
di Mario Consani
Milano, 31 maggio 2014 -
Quante saranno, nessuno lo sa. Certo il procuratore
aggiunto Nunzia Gatto, che coordina il gruppetto di magistrati dell’esecuzione penale, si
aspetta centinaia e centinaia di domande. La Cassazione, infatti, ha appena sancito che - degli attuali
detenuti - chi ha avuto condanne solo per spaccio di
droghe leggere potrà chiedere che la pena venga ricalcolata, visto che la legge
Fini-Giovanardi (che metteva sullo stesso piano “roba” leggera e pesante) è
stata cancellata di recente, proprio su questo punto, da una pronuncia della
Corte costituzionale. Così molte pene inflitte potranno essere abbassate. E
molti piccoli spacciatori di hascish o
marijuana ora in carcere potranno andare ai domiciliari o in affidamento al servizio
sociale se non, addirittura, tornare liberi.
Dottoressa Gatto, si può fare una stima del numero delle richieste che
arriveranno in Procura?
«È un calcolo molto
difficile in questo momento. Posso dire che nel solo 2013 abbiamo dato
esecuzione a 8.800 condanne definitive. Certezze statistiche ovviamente non ne
ho, ma per esperienza direi che quasi il 70% riguardava reati di droga. Poi ci
sono le persone inviate in carcere negli anni precedenti, ovviamente».
La platea dei possibili interessati è vastissima, dunque. Ma non dovrebbe
essere proprio la Procura a individuare, tra tutti costoro, quelli che abbiano
concretamente diritto a una riduzione di pena?
«Impossibile. Noi
magistrati siamo pochi e i fascicoli migliaia. Fra l’altro, poiché la legge
Fini-Giovanardi non distingueva tra droghe leggere e pesanti, dalla semplice
lettura del dispositivo della sentenza non si può capire nulla, ogni caso andrà
riesaminato singolarmente. Saranno i detenuti interessati a farsi avanti, non
c’è dubbio».
La riduzione di pena non potrà essere automatica.
«Come Procura daremo il
nostro parere per ogni fascicolo, ma dovrà essere il giudice dell’esecuzione a
decidere: il gup o il tribunale che a suo tempo emise l’ultima sentenza
divenuta poi irrevocabile. Dovrà essere fissata un’udienza con la
partecipazione delle parti».
Centinaia di udienze. I tempi si allungheranno.
«Inevitabilmente. Per
quanto riguarda il nostro ufficio chiederò un rinforzo di personale che possa
aiutarci ad affrontare l’emergenza. Ma lo stesso problema avranno i giudici
dell’esecuzione».
Non c’era un modo più semplice, da un punto di vista legislativo, per
ottenere lo stesso risultato?
«Guardi, personalmente
sono dell’idea che si sarebbe dovuto seguire la linea più volte indicata dal
presidente della Repubblica per alleggerire il sovraffollamento carcerario:
amnistia e indulto. In quel modo, per noi sarebbe stato possibile applicare
automaticamente il condono ai detenuti che ne avessero avuto diritto. Così
invece il giudice dovrà rideterminare ogni singola sanzione attraverso un
incidente di esecuzione alla presenza delle parti. Sarà tutto più lento e
complicato».
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2014/05/31/1072620-pusher-pena.shtml
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