L’Europa inaugura un nuovo sistema europeo
per il calcolo dei conti degli Stati membri.
Dal settembre prossimo, infatti, entrerà in
vigore un nuovo sistema di contabilizzazione (denominato Sec 2010). Tra le più
interessanti novità, il fatto che i dati nazionali comprenderanno anche le stime
dei ricavi prodotti dal traffico di sostanze stupefacenti, dalla prostituzione
e dal contrabbando.
Come rileva lavoce.info:
“l’ economia illegale rappresenta
una percentuale consistente di transazioni in Italia, circa l’11 per cento del
Pil secondo alcune stime. La componente relativa al traffico di stupefacenti,
in particolare, costituirebbe per la criminalità organizzata il business
principale, con un fatturato annuo di circa 60 miliardi di euro. Stime
più prudenti forniscono un ricavo complessivo nel 2010 pari a circa 24 miliardi
di euro”.
In base alle
stime provvisorie di crescita di Eurostat, pubblicate dallo stesso sito (vedi: http://www.lavoce.info/metti-sesso-droga-contrabbando-calcolo-pil/)
Il nuovo
metodo di contabilizzazione rappresenterebbe per l’Italia un provvidenziale miglioramento
nei rapporti tra debito e Pil e deficit e Pil. Se poi si investisse di più in
ricerca&sviluppo, le cose potrebbero
ancora migliorare.
Nella più favorevole delle ipotesi, questo nuova
contabilità europea consentirebbe all’Italia di abbassare il debito pubblico
dal 132,6% (dati 2013) al 130,3%. Stesso
beneficio per il rapporto deficit/Pil, che scenderebbe dal 3,03% al 2,98 %.
Metà dell’obiettivo richiesto dal fiscal
compact, sarebbe così raggiunto “senza alcuno sforzo economico e politico”.
C’è di più: con la legalizzazione della
vendita di droghe leggere o la legalizzazione della prostituzione, sostengono gli studiosi de lavoce.info, i benefici
per il bilancio dello Stato sarebbero ancora maggiori. Ai risparmi per le
minori spese dovute alla repressione di queste attività e si aggiungerebbero gli introiti dalle nuove tasse.
Sembrerebbe che i radicali non possano rallegrarsi di queste proposte, che
recepiscono con decenni di ritardo, le proposte e le lotte, anche referendarie,
del movimento guidato da Marco Pannella. I radicali proposero, infatti, la
legalizzazione delle sostanze psicoattive (non solo di quelle “leggere”) per
altri motivi: rispetto dei diritti dei cittadini e parità di trattamento da parte
dello Stato. Alternativa alla sofferenza e alla persecuzione dei
consumatori e prevenzione dalla diffusione delle sostanze e dall’arricchimento
delle organizzazioni criminali.
Potrebbero i radicali, rallegrarsi se
queste proposte fossero recepite ed adottate dal Governo Renzi?
Soltanto se il Presidente del Consiglio
riconoscesse le responsabilità di regime e il valore civile delle lotte del
Partito Radicale.
Diversamente il Governo non farebbe “la
cosa giusta” perché giusta ma, semplicemente, perché è possibile incassare
nuove tasse.
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