venerdì 13 giugno 2014

Drogati i bilanci, legalizziamo le droghe?


L’Europa inaugura un nuovo sistema europeo per il calcolo dei conti degli  Stati membri.  
Dal settembre prossimo, infatti, entrerà in vigore un nuovo sistema di contabilizzazione (denominato Sec 2010). Tra le più interessanti novità, il fatto che i dati nazionali comprenderanno anche le stime dei ricavi prodotti dal traffico di sostanze stupefacenti, dalla prostituzione e dal contrabbando.

Come rileva lavoce.info:
“l’ economia illegale rappresenta una percentuale consistente di transazioni in Italia, circa l’11 per cento del Pil secondo alcune stime. La componente relativa al traffico di stupefacenti, in particolare, costituirebbe per la criminalità organizzata il business principale, con un fatturato annuo di circa 60 miliardi di euro.  Stime più prudenti forniscono un ricavo complessivo nel 2010 pari a circa 24 miliardi di euro”.   

In base alle stime provvisorie di crescita di Eurostat, pubblicate dallo stesso sito (vedi: http://www.lavoce.info/metti-sesso-droga-contrabbando-calcolo-pil/)
Il nuovo metodo di contabilizzazione rappresenterebbe per l’Italia un provvidenziale miglioramento nei rapporti tra debito e Pil e deficit e Pil. Se poi si investisse di più in ricerca&sviluppo,  le cose potrebbero ancora migliorare.

Nella più favorevole delle ipotesi, questo nuova contabilità europea consentirebbe all’Italia di abbassare il debito pubblico dal  132,6% (dati 2013) al 130,3%. Stesso beneficio per il rapporto deficit/Pil, che scenderebbe dal 3,03% al 2,98 %.
Metà dell’obiettivo richiesto dal fiscal compact, sarebbe così raggiunto “senza alcuno sforzo economico e politico”.

C’è di più: con la legalizzazione della vendita di droghe leggere o la legalizzazione della prostituzione, sostengono gli studiosi de lavoce.info,  i benefici per il bilancio dello Stato sarebbero ancora maggiori. Ai risparmi per le minori spese dovute alla repressione di queste attività e si aggiungerebbero gli introiti dalle nuove tasse.  

Sembrerebbe che i radicali non  possano rallegrarsi di queste proposte, che recepiscono con decenni di ritardo, le proposte e le lotte, anche referendarie, del movimento guidato da Marco Pannella. I radicali proposero, infatti, la legalizzazione delle sostanze psicoattive (non solo di quelle “leggere”) per altri motivi: rispetto dei diritti dei cittadini e parità di trattamento da parte dello Stato. Alternativa alla sofferenza e alla persecuzione dei consumatori e prevenzione dalla diffusione delle sostanze e dall’arricchimento delle organizzazioni criminali.

Potrebbero i radicali, rallegrarsi se queste proposte fossero recepite ed adottate dal Governo Renzi?

Soltanto se il Presidente del Consiglio riconoscesse le responsabilità di regime e il valore civile delle lotte del Partito Radicale.
Diversamente il Governo non farebbe “la cosa giusta” perché giusta ma, semplicemente, perché è possibile incassare nuove tasse.  

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