martedì 17 giugno 2014

Fecondazione assistita: appello a Matteo Renzi. Scelga se continuare a difendere la legge 40

Riportiamo il testo dell'appello della segretaria e dal tesoriere dell'associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica.
Europa
16 Giu 2014
Filomena Gallo, Marco Cappato

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Ill.mo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi,
 Il 18 giugno dinanzi alla Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sarà trattato il caso ‘Adele Parrillo contro Italia’ avente ad oggetto il divieto di utilizzo per la ricerca di embrioni italiani non idonei per una gravidanza;  ci rivolgiamo a Lei affinché sia sventata, nei pochi giorni rimasti, la possibilità che l'Esecutivo da Lei presieduto si iscriva nella continuità della difesa, in Italia ed in Europa, di una legge violenta, anticostituzionale e impopolare.
Nel 2004 fu, infatti, emanata la legge 40 sulla Procreazione Medicalmente Assistita che ha costituito nel nostro ordinamento un atto di sottrazione di diritti a tante persone che chiedevano solo di avere una famiglia. Persone che avevano solo bisogno di superare problemi di salute con l’aiuto della medicina che consente la fecondazione medicalmente assistita. Dopo 10 anni, 30 procedimenti nei Tribunali italiani, in Corte Costituzionale, e Corte Europea dei Diritti dell’Uomo hanno eliminato la metà dei divieti che provammo a cancellare con il referendum del 2005, che vide il 25% degli italiani dire no alla legge 40, ma non bastò perché non si raggiunse il quorum. Pur potendo riproporre quei referendum, la strada scelta è stata diversa: i Tribunali, le piazze, il Parlamento. Tutti hanno risposto tranne il legislatore che ha voluto ignorare un problema evidenziato ogni volta con le relazioni al Parlamento: la legge 40 ha determinato danni alla salute delle donne e calo delle nascite. Lo scorso 9 aprile la Corte Costituzionale ha cancellato il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla legge 40/2004, per illegittimità costituzionale. La decisione è stata pubblicata con la pronuncia n.162, che evidenzia che il divieto non ha fondamento Costituzionale e che non si crea vuoto normativo con la declaratoria d’incostituzionalità.
Questo divieto, per questi lunghi dieci anni, ha costretto migliaia di cittadini italiani a recarsi all’estero per effettuare la tecnica, con elevati costi economici e psicologici. Tutto questo si poteva evitare. Dopo dieci anni di diritti lesi, ADESSO è il momento di guardare avanti.
Come? Cancellando gli ultimi divieti rimasti della legge 40, e che tra poco saranno nuovamente al vaglio della Corte Costituzionale; emanando nuove Linee Guida, “eventualmente anche alla luce delle discipline stabilite in altri Paesi europei (quali, ad esempio, la Francia e il Regno Unito”; inserendo nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza),  riconoscendone il carattere di patologia, l'infertilità e la sterilità e cause connesse, a cui ora si può rispondere solo ricorrendo a tecniche di fecondazione ma con una grossa disparità regionale, creando nuove ed ulteriori discriminazioni.
C'è però una scadenza immediata, che assume le vesti di vera e propria priorità: il Governo deve decidere ora se ostinarsi a difendere - o, come noi auspichiamo, se finalmente contrastare- il divieto di ricerca sugli embrioni nel caso ‘Parrillo contro Italia’, che verrà discusso a Strasburgo il prossimo 18 giugno; e deve decidere se eliminare gli ultimi divieti della legge 40 prima che intervenga la Corte Costituzionale.
Le chiediamo che in materia di diritti delle persone non si rimandi più. 
Le chiediamo si affrontino, con questo, anche gli altri temi presenti nelle trame più intime della vita delle persone, le quali hanno il diritto di poter scegliere di avere una famiglia, con chi fare famiglia, come concepire se vi sono problemi di salute, come vivere, come essere liberi fino alla fine. Di questi temi deve parlare il Governo, deve discutere il Parlamento, ci si deve confrontare davanti all'opinione pubblica.
Le chiediamo  di scegliere da che parte stare, se lasciare il nostro Paese nella retroguardia europea delle libertà civili o se ridare speranza nel futuro dei diritti iniziando a superare la legge 40. 
Il tempo della scelta è adesso.
Filomena Gallo e Marco Cappato

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