giovedì 5 giugno 2014

Fine-vita: notizie dal "Gemelli". Nessuno può decidere per il paziente.

Il “Fatto quotidiano” ha ripreso ieri alcune dichiarazioni del Dott. Sabatelli, direttore del Centro SLA del Policlinico Gemelli, ospedale dove fu curato Giovanni Paolo II, “propaggine sanitaria del Vaticano” come la definisce Margherita de Bac sul “Corriere della sera”.
Si tratta di risposte che il neurologo Mario Sabatelli ha fornito alle domande di Simonetta Tortora (www.wlavita.org). Aggiungiamo, di seguito, altre dichiarazioni riportate oggi dal: "Corriere della sera":

“Trovo assurdo e violento che il destino di una persona che sta vivendo un dramma così particolare, com’è vivere con un tubo in gola, debba essere deciso da qualcuno seduto dietro a una scrivania.
E’ violento, illogico, irrazionale, illegittimo.

Per questo noi abbiamo già praticato la sospensione del trattamento – naturalmente col consenso informato – a pazienti sottoposti alla ventilazione non invasiva. E in un caso abbiamo avviato la procedura anche con un tracheostomizzato. Io non ho paura: stiamo facendo il bene dei pazienti”.  
“Il piano terapeutico deve essere flessibile””Quello che è proporzionato oggi può essere sproporzionato tra sei mesi, quando la malattia sarà drammaticamente avanzata. E allora un paziente ha tutto il diritto di dire: ok, basta. Nessuno, dietro a una scrivania, può decidere per me che sono a letto tracheostomizzato”.

“Se non c’è chiarezza legislativa, e io auspico che la politica decida in fretta, mi muovo in accordo con il codice deontologico e con l’etica” “Mario Riccio mi pare sia stato prosciolto, qualcosa significherà”,

Al “Corriere della Sera” il Dott. Sabatelli ha poi dichiarato: “La fame d’aria è il peggior dolore. Alcuni colleghi ritengono che la tracheotomia, cioè il taglio della trachea, debba essere applicata di prassi. A mio giudizio è uno strumento sproporzionato, una violenza. Noi non siamo notai. Lasciamo che siano i malati a decidere, in sintonia con i medici. Risparmiare il tubo in gola non è un gesto eutanasico. Significa rispettare la loro volontà. Non è vero che da noi i malati sono liberi di morire. Sono liberi di scegliere come vivere. Sono lucidi, padroni dei loro pensieri”.

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