sabato 6 agosto 2011

Cambiare la Costituzione per essere più liberi?

Di Marco del Ciello.

L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

(Art. 41 Cost.)

Ieri sera il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti hanno tenuto una conferenza stampa per annunciare quattro proposte di politica economica. Una di queste consiste nella modifica dell'articolo 41 della Costituzione. Secondo gli esponenti del Governo, infatti, la formulazione di questo articolo impedirebbe di realizzare qualsiasi misura di liberalizzazione e di semplificazione burocratica a vantaggio delle imprese. Ma è davvero così? Il primo comma riconosce semplicemente la libertà di iniziativa economica privata, per cui non comporta problemi. I due commi successivi introducono, invece, due ordini di limitazioni a questa libertà.

Ma di che limiti si tratta? Secondo il comma 2, l'attività economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale: una formulazione generica che difficilmente può essere invocata in un giudizio di costituzionalità. Il comma pone come altri paletti la sicurezza, la libertà e la dignità umana. E non si vede perché a un privato (ma anche allo Stato) dovrebbe essere permesso di attentare alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana e cosa c'entri questo con le liberalizzazioni e la semplificazione burocratica. L'ultimo comma, infine, affida al legislatore il compito di coordinare e indirizzare l'attività economica pubblica e privata a fini sociali. In pratica, il documento di programmazione economica e finanziaria (dpef), che non mi sembra abbia mai rappresentato una seria minaccia alla libertà di iniziativa economica.

Se il Governo e il Parlamento rispettassero lo spirito e la lettera di questo articolo, noi oggi vivremmo nel paradiso del libero mercato. Forse sarebbe ora di cominciare ad applicarla questa Costituzione, cari ministri, prima di proporre modifiche strampalate.

www.radicalisenzafissadimora.org

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