mercoledì 5 ottobre 2011

Consiglio Regionale della Lombardia: una lobby di Dio?

Di Giulia Cortese.

Accogliendo con favore l'apertura fatta dal segretario PdL Angelino Alfano, sulla necessità di riformare il sistema elettorale, il Consigliere Regionale della Lombardia Roberto Formigoni ha dichiarato qualche giorno fa che bisogna attrezzarsi rapidamente per le politiche, sottolineando che non è più ammissibile eleggere come Consiglieri regionali persone nominate dall'alto. Non si può negare che si tratta di un fatto curioso, considerando che l'igienista dentale del Premier Nicole Minetti è stata eletta proprio in un listino (bloccato) dello stesso Formigoni, grazie a un vertice ad Arcore tra lui, Berlusconi e Bossi. Si è trattato di un inserimento illegale nella lista, con almeno 500 firme false a sostegno della candidatura. A proposito di questo, l'ex europarlamentare radicale Marco Cappato, nonché attuale Consigliere comunale radicale a Milano nella giunta Pisapia, ha dichiarato che la Minetti 'è entrata in lista con modalità illegali' e, prosegue, 'noi l'avevamo già denunciato pubblicamente dieci mesi fa'. È quindi importante che la Procura indaghi sulle responsabilità penali per l'irregolare raccolta delle firme, avvenuta nei giorni compresi tra i vertici di Arcore e la scadenza per la presentazione della lista, ma anche sulla catena di comando che ha gestito la vicenda.

Certo, se il senso della legalità dei cittadini italiani fosse un po' più spiccato, il caso sarebbe passato sicuramente meno inosservato.

Tuttavia, la candidatura illecita della Minetti non è nemmeno l'episodio più grave del Consiglio Regionale della Lombardia, se si considera che quest'ultimo è in qualche modo 'abusivo', per il fatto che le liste della coalizione PdL e Lega sono illegali. Ci sono state delle elezioni regionali in cui c'è stata palesemente una truffa elettorale, attraverso delle firme false, che sarebbero oltre mille. Mario Staderini, Segretario dei Radicali Italiani, ha dichiarato che 'a oltre un migliaio di cittadini è stata rapita l'identità per essere sottoscritti da altre persone'.

Continua sempre Staderini, 'noi riteniamo che sia un vero e proprio attentato ai diritti civili e politici dei cittadini, un reato previsto dal Codice Penale sempre poco attuato e che prevede che la democrazia si tuteli quando i diritti all'elettorato attivo, cioè al voto, e a quello passivo - e cioè a non essere ingannati nel momento dell'espressione del proprio voto, sono diritti fondamentali che vanno tutelati'.

È passato ormai un anno da quando i Radicali hanno denunciato le irregolarità con le quali Roberto Formigoni era stato rieletto per la quarta volta Presidente della Regione Lombardia. La sua ricandidatura ha comportato la violazione dalla legge 165/2004, che stabilisce la non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della giunta Regionale, eletto a suffragio universale e diretto. Lega e PdL, a sostegno di un Presidente incandidabile, hanno presentato una documentazione palesemente falsa.
Dopo un'intervista a Formigoni del 27 Febbraio scorso, apparsa su Presa diretta, il commento del Segretario radicale Mario Staderini è stato: 'E noi dovremmo credere che un potente come lui abbia dovuto subire le candidature del suo listino e nulla sapeva dei falsi che si stavano commettendo?', aggiungendo, 'esiste un solo caso, ed è il Caso Firmigoni. Il Presidente abusivo della Lombardia si dimetta e chieda scusa agli elettori per aver loro ripetutamente mentito'. Scuse di cui finora non vi è traccia alcuna.
Ora spetterà al Consiglio di Stato disporre velocemente e direttamente la perizia sulle firme potenzialmente (e palesemente) false, senza dover attendere gli esiti della questione del falso da parte del giudice ordinario. La questione delle firme dovrebbe poter essere risolta nel giro di qualche mese, sperando che non venga rimandata, a causa dei lunghissimi tempi del nostro inefficiente sistema giuridico.

In merito alle accuse che gli vengono spesso rivolte, specie per quanto riguarda l'elezione della Minetti nel suo listino, Formigoni si è difeso più volte tramite banali (e scontatissime) arrampicature sugli specchi, dichiarando l'intenzione di 'premiare chi lavora sul territorio' e di voler aiutare le donne a partecipare alla vita politica. Una domanda sorge inevitabile: come si concilia quest'attenzione al ruolo della donna con la presenza, imposta nel listino bloccato di Silvio Berlusconi, di una sua ex igienista dentale, nonché ex valletta di Colorado Cafè e neofita della politica? La signorina è inoltre indagata per induzione e sfruttamento della prostituzione, ed è in attesa di testimoniare al processo in questione. Quanto a questa sconcertante elezione, si tratta di una pratica che, a livello di mercato del lavoro privato è purtroppo ancora diffusissima in Italia, ma quando si tratta di politica nazionale e di gestione della cosa pubblica, come in questo caso, allora assume carattere di reato.

A essersi lamentato di un andazzo decadente nel PdL è stato anche il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, il quale, durante un convegno di Fondazione Nuova Italia, non ha mancato di criticare il suo partito. La prima stoccata ha un nome e cognome, Nicole Minetti, la cui elezione, dice Alemanno, è dovuta a 'meriti emersi più dalle intercettazioni sulle notti allegre a ritmo di bunga bunga che dalla carriera politica, di fatto inesistente'.
Il Sindaco aggiunge infine una conclusione, 'Dobbiamo dirlo con chiarezza: mai più Minetti nei consigli regionali'. Conclusione che non può che essere condivisibile.

Certo, colpisce il fatto che Formigoni, esponente del movimento politico e religioso Comunione e Liberazione, mostri di non saper mantenere una condotta moralmente rigorosa e di mancare di correttezza e di rispetto per la legalità. Si tratta peraltro di un movimento estremamente potente, quello di CL, tanto che in Europa e nel mondo non esiste un solo movimento ecclesiale che controlli un'istituzione pubblica con un bilancio di 20 miliardi di euro. Enrico de Alessandri, autore di 'La lobby di Dio', libro sul potere dilagante di CL nelle strutture amministrative di vertice della Regione Lombardia, dichiarava, già nel 2005: 'Sono alcuni stessi esponenti - ed ex esponenti - di Forza Italia a sostenere che 'il ruolo e il potere che hanno assunto Formigoni e il sistema connesso di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere, determinano la quasi totalità delle scelte politiche e amministrative, di fronte a un peso elettorale che non raggiunge un decimo dei voti di Forza Italia' (Guido Podestà, oggi coordinatore regionale del PdL, Domenico Pisani, Francesco Fiori, Francesco Triscari, Ombretta Colli, Corriere della Sera, 7 giugno 2005)'.

Dieci giorni fa è arrivata la prima vera vittoria dei radicali lombardi. Il Consiglio di Stato ha in pratica ribaltato il pronunciamento del Tar, riconoscendo la fondatezza del ricorso sulla questione delle presunte firme false al listino «Per la Lombardia». In definitiva, il giudice amministrativo ha riconosciuto degna di attenzione e verifica la richiesta di Cappato e soci di effettuare una perizia disposta dalla magistratura amministrativa per accertare l'autenticità delle sottoscrizioni.

Dice Marco Cappato, il quale continua a dedicarsi con serietà alla questione, 'Se le firme venissero finalmente controllate anche dal giudice amministrativo, a quel punto sarà doveroso annullare le elezioni falsate dalla 'truffa Firmigoni''. Siamo in Italia, però, Paese in cui ultimamente le cose sembrerebbero andare alla rovescia. E siamo noi laici i primi a sperare in un cambiamento, in un rovesciamento della medaglia.

Morale della favola? Quando il Cardinale Angelo Bagnasco si lamenta della scarsa moralità della politica, definendo la la questione 'grave e urgente' e dicendo che 'l'uomo vero non è colui che ha potere e denaro', forse ha ragione.

www.radicalisenzafissadimora.org

1 commento:

  1. è sempre più lampante che, un pezzo alla volta, ci stanno scippando la democrazia e ormai le leggi ad personam sono la regola. Non si riuscirà a venirne fuori battendosi in guanti bianchi. Forse è arrivato il tempo di cambiare rotta e smentire il detto "radical-chic", indossando guantoni.

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