domenica 4 marzo 2012

Non ero diventato presidente per guadagnare popolarità

Di Václav Havel.
Da Un uomo al Castello.

L'amnistia del gennaio 1990 mi viene rimproverata da quindici anni senza che nessuno sia in grado di spiegare perché fosse sbagliata. Avrebbe aumentato la criminalità, mentre sono stati fenomeni del tutto diversi a farla incrementare. I detenuti liberati nel 1990 hanno inciso sulla criminalità totale, se ricordo bene, nelle terre ceche del nove e in Slovacchia del sette per cento, una cifra di poco superiore a quella relativa ai detenuti liberati ogni anno. D'altronde la maggioranza di loro doveva comunque uscire quell'anno o l'anno dopo, e l'amnistia prevedeva, nei casi di reati gravi, solo uno sconto di pena di un anno. L'amnistia era stata preparata da esperti, tra i quali figuravano personalità conosciute come, per esempio, l'ombudsman attuale Otakar Motejl, l'attuale presidente della Corte costituzionale Pavel Rychetský, l'ex ministro della giustizia Dagmar Burešová e altri. Più tardi lessi le statistiche e le analisi dei giuristi di diritto penale relative all'amnistia, e non corrispondevano molto con quelle contenute nelle critiche. Sì, è stata un'amnistia veramente generosa. Ma bisognava dare un segnale forte di cambiamento e della volontà di uscire dal degrado che aveva contraddistinto la giustizia comunista. Per quanto riguarda la grazia, anche questo è un cliché, fa parte della mitologia nazionale che ebbe inizio con la critica della suddetta amnistia. Sulle concessioni della grazia sarà pubblicato un libro dettagliato a cura della mia collaboratrice del settore giustizia dell'ufficio di Presidenza, con descrizioni particolareggiate di ogni caso e con le relative motivazioni. Concedevo da settanta a cento grazie all'anno, che non era molto. Raramente si trattava di correggere un arbitrio giudiziario, nella maggior parte dei casi erano atti di clemenza. Ogni grazia è controversa nella sua essenza, perché viene comunque concessa a una persona che ha commesso un crimine, ed è quindi criticabile. Avevano sempre la precedenza le persone anziane, i malati, le donne e coloro che avevano figli da mantenere. Coloro che mi preparavano la documentazione studiavano ogni singolo caso, visitavano i condannati in prigione e quelli in libertà, studiavano i loro dossier, le loro condizioni famigliari ecc. ecc. Naturalmente sarebbe stato molto più facile non concedere alcuna grazia. Sarei stato molto più popolare. Ma non ero diventato presidente per guadagnare popolarità. È paradossale che alle volte fossero gli stessi giudici che avevano condannato una persona a chiedermi la grazia per quel caso: dovevano rispettare la legge, ma nello stesso tempo sapevano che quella persona non andava rinchiusa.

www.radicalisenzafissadimora.org

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