domenica 15 gennaio 2012

Il digiuno secondo Tolstòj

Di Lev Tolstòj.
Da Perché la gente si droga? E altri saggi su società, politica, religione.

Un uomo ingordo non è capace di lottare contro la pigrizia, e un uomo ingordo e ozioso non avrà mai la forza di lottare contro la bramosia sessuale. E perciò in tutte le dottrine l'anelito alla temperanza è sempre cominciato con una lotta contro la bramosia dell'ingordigia, è sempre cominciato con il digiuno. Invece nel nostro mondo, in cui qualsiasi atteggiamento serio nei confronti della conquista d'una vita buona s'è smarrito a tal punto e da talmente tanto tempo che la prima fra le virtù – la temperanza –, senza la quale le altre divengono impossibili, viene considerata superflua, è andato perduto anche quell'ordine di successione che occorre nell'acquisire davvero questa prima virtù, e al digiuno molti non pensano nemmeno più, e ritengono invece che il digiuno sia una stupida superstizione e che il digiuno non serva a nulla.
E invece proprio così come la prima condizione per una vita buona è la temperanza, allo stesso modo anche la prima condizione per una vita temperante è il digiuno.
Si può desiderare d'essere buoni, si può sognare il bene, senza digiunare; ma nella realtà essere buoni senza il digiuno è altrettanto impossibile come lo è il camminare se non ci si alza in piedi.
Il digiuno è condizione necessaria per una vita buona. L'ingordigia invece è sempre stata ed è il primo sintomo del contrario, ovverosia della vita cattiva, e, purtroppo, questo sintomo si riscontra in altissimo grado nella vita della maggioranza degli uomini del nostro tempo.

www.radicalisenzafissadimora.org

Nessun commento:

Posta un commento