domenica 18 settembre 2011

La libertà attraverso la violenza?

Di Gene Sharp.
Da Come abbattere un regime. Manuale di liberazione nonviolenta.

Cosa bisogna fare in questi casi? Le possibilità più ovvie sono anche quelle in apparenza meno utilizzabili. In genere, i dittatori ignorano le barriere costituzionali e legali, le sentenze giudiziarie e l'opinione pubblica. Messe davanti a brutalità, torture, sparizioni e omicidi, spesso le persone arrivano alla conclusione che l'unico modo per sconfiggere la dittatura passi attraverso la violenza. Mosse dalla rabbia, a volte le vittime si sono organizzate militarmente per combattere dittatori spietati con qualsiasi mezzo a loro disposizione, nonostante le scarse possibilità di successo. Spesso queste persone si sono battute con coraggio, pagando un prezzo altissimo. Hanno raggiunto alcuni degli obiettivi, ma di rado hanno ottenuto la libertà. Le rivolte violente possono innescare una repressione brutale che poi lascia il popolo in condizioni più disperate di prima.

Quali che siano i meriti dell'opzione violenta, una cosa è chiara: confidando nella violenza, si sceglie un terreno di lotta in cui gli oppressori hanno quasi sempre la superiorità. I dittatori dispongono dei mezzi per applicare la violenza in maniera soverchiante. Per quanto a lungo i democratici possano perseverare, alla fine la repressione militare diventa inevitabile. I dittatori dispongono quasi sempre di truppe, munizioni, mezzi logistici e militari superiori. Nonostante il coraggio, per i democratici non c'è partita.

Quando la ribellione militare convenzionale è considerata un'opzione poco realistica, alcuni dissidenti ricorrono alla guerriglia. Tuttavia è molto raro, se non impossibile, che questa vada a beneficio della popolazione oppressa o conduca alla democrazia. La guerriglia non è una soluzione scontata, soprattutto se si considera la sua tendenza a incrementare paurosamente la quantità di vittime nella popolazione stessa. La tecnica della guerriglia non offre alcuna garanzia contro il fallimento, nonostante il supporto ideologico e le analisi strategiche e, a volte, l'appoggio internazionale. Di solito si protrae per lunghi anni. I civili vengono spesso fatti sfollare dalle autorità al potere, causando immense sofferenze umane e sradicamento sociale.

Persino quando ha successo, a lungo termine la guerriglia comporta conseguenze strutturali negative. Nell'immediato, il regime sotto attacco diventa ancora più dispotico. In caso la guerriglia abbia infine la meglio, il nuovo regime sarà più oppressivo del precedente a causa dell'eccessiva militarizzazione e dell'indebolimento, in seguito agli scontri, dei gruppi sociali e delle istituzioni indipendenti – organismi vitali nella creazione e nel consolidamento di una società democratica. Chi è ostile alle dittature, dovrebbe cercare un'altra soluzione.

www.radicalisenzafissadimora.org

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