sabato 17 settembre 2011

Una nonviolenza per il XXI secolo

Di Marco del Ciello.

Dopo un'attesa di quasi vent'anni arriva nelle librerie del nostro paese l'edizione italiana di un libro che dal 1993, anno della sua prima pubblicazione, ha conosciuto una fortuna straordinaria un po' in tutto il mondo. Scritto in origine per rispondere alle esigenze dei democratici birmani, Come abbattere un regime è stato poi tradotto in trenta lingue e ha raggiunto a piccoli passi e in modo un po' avventuroso i Balcani, l'Europa Orientale e infine il Nord Africa, diventando un punto di riferimento per chiunque debba confrontarsi con un regime dittatoriale. Il suo autore, l'anziano professore americano Gene Sharp (classe 1928), ha infatti compiuto con questo volume una straordinaria operazione politica prima ancora che culturale. Dopo aver studiato per molti anni le teorie e le tecniche della nonviolenza, in particolare nelle esperienze portate avanti da Gandhi e Martin Luther King, Sharp ha condensato i principi della nonviolenza in poco più di un centinaio di pagine. Insomma, un vero e proprio manuale di lotta politica contro i tiranni. La sua semplicità e la sua aderenza alle situazioni concrete possono spiegarne il successo, nonostante la circolazione clandestina a cui questo libro è stato spesso costretto dai regimi autoritari.

I primi due capitoli (Affrontare le dittature in maniera realistica e I pericoli dei negoziati) mettono in seria discussione le strade alternative, dalla lotta armata al negoziato, evidenziando con uno spietato processo di eliminazione che la nonviolenza non è solo un'opzione praticabile, ma è anche l'unica possibile per chi non voglia limitarsi a rovesciare un regime, bensì instaurare una democrazia stabile. Un punto centrale nell'argomentazione dell'autore, ripreso e sviluppato meglio nell'ultimo capitolo (Le fondamenta di una democrazia duratura), è infatti l'attenzione al dopo: la lotta nonviolenta deve essere sempre condotta in modo da porre le premesse per l'istituzione di un governo libero ed evitare il rischio, fin troppo concreto, di passare da un dittatore a un altro, con una semplice revisione dell'organigramma del regime. In mezzo, una riflessione non banale sul potere, sulle fonti della sua legittimità e sui suoi punti deboli (Capitolo 4, I punti deboli delle dittature) e un'attenzione speciale alla pianificazione e alla strategia (Capitolo 7, Pianificare la strategia). Completa il volume un elenco dei metodi di azione nonviolenta, suddivisi in categorie, da Metodi di persuasione e di protesta nonviolenta fino a Metodi di intervento nonviolento. Da notare, inoltre, che Sharp, come prima di lui Gandhi, si pone il problema di trovare un'alternativa al termine nonviolenza, che ha una connotazione negativa, e la individua nell'espressione political defiance (resa in italiano come ribellione politica) per sottolineare la natura politica e non etica o religiosa del suo pensiero.

Dicevamo della curiosa fortuna di questo libro: appare per la prima volta, in lingua inglese, in Thailandia all'inizio degli anni Novanta; attraverso uno studente che ne cura la traduzione arriva poi in Indonesia nel 1997. Nel 2000 è la bibbia del movimento giovanile serbo Otpor, che organizza la rivolta contro il locale dittatore Slobodan Milošević. Raggiunto il loro obiettivo iniziale, i ragazzi di Otpor cominciano a viaggiare attraverso l'Europa orientale per formare e istruire i militanti georgiani, ucraini e bielorussi. Insieme alla loro esperienza portano con sé anche il libro di Sharp, che diventa così un punto di riferimento per le rivoluzioni colorate dello scorso decennio. Oggi questo volume, insieme ad altri scritti dello stesso autore, è disponibile sul sito dell'Albert Einstein Institution in venticinque lingue... tra cui l'arabo. E in effetti anche i giovani tunisini ed egiziani hanno un debito di riconoscenza nei confronti di Sharp. E io ritengo che sia proprio questo il merito principale del libro: pur non presentando idee particolarmente originali rispetto ai testi canonici, ha fatto uscire la nonviolenza dal Novecento per consegnarla a una nuova generazione di militanti, a cui ha trasmesso anche la speranza che sia possibile prevenire la tirannia e lottare con successo contro le dittature senza ricorrere a colossali bagni di sangue, e che sia possibile estirpare i regimi dittatoriali in modo che dalle loro ceneri non ne sorgano di nuovi.

Gene Sharp, Come abbattere un regime. Manuale di liberazione nonviolenta, Chiarelettere, Milano, 2011.

www.radicalisenzafissadimora.org

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