Da I doveri della libertà. Intervista a cura di Giovanna Casadio.
Io credo nella nobiltà della politica, e non sono una demagoga. Mi batto contro le degenerazioni del sistema, contro le lesioni ai diritti civili, contro l'occupazione delle istituzioni da parte dei partiti, ma non credo che questo si possa ottenere d'un tratto, con una rivoluzione o con la violenza delle piazze (dico la violenza, non le dimostrazioni in piazza). Voglio contestare fino all'ultimo centimetro, non mi ritiro, non arretro, ma non mi limito a protestare, anzi detesto quelli che dicono che i radicali «protestano». Io mostro sempre, alle istituzioni, quale debba e possa essere una politica diversa, alternativa, persino «impopolare» se necessario. Ho fatto la commissaria dell'Unione Europea rispettosa del ruolo istituzionale, ma anche senza farmi sopraffare dalla burocrazia o dalle convenienze personali, ho fatto il ministro del Commercio internazionale come ho creduto si dovesse fare, cioè con un approccio riformatore e liberale. È proprio della nostra scuola radicale saper assumere ruoli istituzionali in modo credibile, chiaro e positivo, magari subito dopo aver fatto un sit-in o un digiuno, che è sempre, comunque, iniziativa di «dialogo», di confronto delle rispettive posizioni.
Anche i movimenti di questi ultimi tempi, che hanno mostrato quanto la gente sia insoddisfatta e stufa, a un certo momento dovranno avere a che fare con le istituzioni. Una sollevazione di piazza può abbattere, ma se devi costruire le istituzioni sono indispensabili altre regole, un altro senso di responsabilità. Per questo noi ci definiamo «riformatori», e non «riformisti». «Riformista» è un termine abusato, come «liberale». Tutti sono riformisti, tutti sono liberali. Ma non sanno come si fa ad ottenere una vera riforma. Il mio credo sta nella frase di Jean Monnet: «Niente è possibile senza le persone, nulla è duraturo senza le istituzioni». Le persone passano, l'umanità continua. È vero che la legacy, l'eredità, di una persona può essere l'esempio, ma le istituzioni stabiliscono le modalità della convivenza.
www.radicalisenzafissadimora.org
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