Da Confronti. Mensile di fede, politica e vita quotidiana del gennaio 2012.
Demba Traore: un avvocato africano di 41 anni padre di quattro figli, già deputato dell'assemblea nazionale del Mali, credente e praticante la religione musulmana, è il nuovo segretario del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Nel presentarsi alla stampa italiana (che, con rare eccezioni, non lo ha degnato di una riga) Traore ha sottolineato come la sua elezione rappresenti l'affermazione reale della transnazionalità del partito e ne confermi la sua caratteristica diversità: considerare le differenze culturali e spirituali un arricchimento dello spirito federatore del Partito Radicale piuttosto che un handicap. L'attuale segretario del Partito Radicale, attivista nella difesa dei diritti umani ed esponente dell'Union pour la République et la Démocratie, secondo partito del Mali, è stato eletto al termine del 39° congresso di questa organizzazione, svoltosi a Roma dall'otto all'undici dicembre.
Il congresso è stato aperto dal ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana, apprezzato dai congressisti per l'instancabile opera svolta nel dicembre del 2007 all'Onu, quando l'allora Ambasciatore Terzi guidava la Farnesina. Grazie anche al suo operato infatti, i radicali riuscirono finalmente a conquistare al mondo la Moratoria Universale delle esecuzioni capitali. Il ministro, che interveniva a nome del Governo Italiano, ha ricordato il senso di riconoscenza che lo lega ai radicali (che ha definito: "difensori dei valori democratici") per la collaborazione avuta negli anni e ha riconosciuto nella platea la presenza di personalità simbolo di concetti che si sono ormai affermati nel diritto internazionale come la "responsabilità di proteggere" (verso la quale si muove ora anche la Lega Araba) e i diritti dell'immigrato, che devono essere sostenuti e difesi.
Nella tre giorni di dibattito, con tre commissioni (Diritti umani, democrazia, legalità; Antiproibizionismi su "droghe", scienza e scelte individuali; Ambiente, debito ecologico, demografia), il Partito Radicale Nonviolento ha discusso della degenerazione delle democrazie nei Paesi avanzati e della necessità del consolidamento delle democrazie di più recente costituzione; del rafforzamento del rispetto della legalità e, soprattutto della difesa dei diritti umani.
Attraverso due tavole rotonde, sono stati affrontati i temi della crisi europea e della "primavera araba". Con Marco Pannella ed Emma Bonino ne hanno discusso tra gli altri, gli ex ministri degli Esteri di Francia e Germania: Bernard Kouchner e Joschka Fischer, Rami George Khouri direttore del quotidiano libanese "Daily Star" e Ibrahim Saad Eddin presidente del Centro "Ibn Khaldun" per gli studi sullo sviluppo. Nel dibattito sono intervenuti 150 tra i 550 congressisti arrivati da 44 Paesi del mondo. Penelope Faulkner del Que-me, Azione per la democrazia in Vietnam, ha ricordato i milioni di dollari arrivati in quel Paese dagli Stati occidentali per "riforme legali" di facciata: tutte le libertà, comprese quelle di espressione e di religione, sono proclamate e poi strettamente limitate; Saad Ibrahim, a lungo incarcerato per la sua opposizione al regime di Mubarak, dopo aver ascoltato i dissidenti cubani, ha osservato: "In Egitto avevamo libertà di esprimerci, ma una volta che ti eri espresso finivi in galera", ha poi ricordato i recenti processi dei manifestanti di piazza Tahrir: durati pochi minuti e terminati con condanne pesantissime e senza nessun elemento di legalità e di leggi che pure, anche in Egitto, esistono e non vengono rispettate. Rebija Kader leader del popolo uiguro del Turkestan Orientale (per la Cina – che ne ha occupato i territori – Xinjiang) ha raccontato la sua condanna a sette anni e il carcere, che oggi tocca ai suoi figli, inflitto per stroncare la sua opposizione, nonviolenta come quella degli altri.
Un quadro di autoritarismo diffuso ovunque, a partire dall'amministrazione della giustizia e delle carceri. Marco Pannella (al settimo giorno sciopero della fame per conquistare alla Repubblica Italiana un'amnistia che avvii a soluzione i problemi della giustizia e risponda alla "prepotente urgenza" invocata dal Presidente Napolitano a proposito della tortura carceraria) ha perciò proposto che il partito avvii un monitoraggio internazionale sulle condizioni di detenzione. Proposta accolta nella mozione approvata che, tra l'altro, rilancia il progetto di Stati Uniti d'Europa come unica feconda risposta alla crisi dell'Unione. Questa la conclusione di un congresso che sancisce il successo di un partito che, come ricorda il neosegretario (che nell'esperienza del Mali vede la dimostrazione che non c'è incompatibilità tra Islam e democrazia) sta guadagnando sempre maggior appoggio nel mondo; un partito che (con l'istituzione della Corte Penale Internazionale, con la Moratoria della pena di morte, con la campagna contro le mine antiuomo e le mutilazioni genitali delle bambine) "ha dimostrato di essere partito di lotta e non di parole".
www.radicalisenzafissadimora.org
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