Di Giulia Cortese.
E così, tutto in una notte, è accaduto che una norma approvata di nascosto da tutti i partiti del paese gonfierà (ulteriormente) il portafoglio dei politici. Si tratta di una manovra blindata, o meglio quasi su tutto, perché di fatto è saltata solo di un punto: quello dei tagli ai costi della politica.
Tutto questo mentre negli Stati Uniti, Obama cerca di colmare il debito del suo paese invitando ciascuno dei suoi politici a prendersi le loro responsabilità rinunciando alle proprie 'vacche sacre', sapendo di non poter chiedere un solo centesimo ai suoi concittadini più poveri, se prima non taglia i costi e i privilegi della politica. E parliamo di vacche ben più magre delle nostre, sia chiaro. Per fare qualche esempio di come sia diversa la situazione dei nostri politici, stando al sito ufficiale dei Consigli regionali, lo stipendio netto di un consigliere molisano, tra indennità e rimborsi, arriva a 10.255 euro. Quello di un segretario pugliese a 11.417 euro. Quello di un semplice deputato sardo a 11.417. Quello del presidente della giunta del Veneto a 12.615. Del suo collega calabrese a 13.353. Ci spiega Antonio Merlo, della University of Pennsylvania, che ognuno di questi prende più di quanto guadagna al lordo il più pagato dei governatori americani. Basti pensare che quello dello Stato di New York prende 10.612 euro al mese, dai quali vanno tolte le tasse e tutto il resto. La cosa non finisce qui: ogni governatore statunitense ha in busta paga, mediamente, 93.450 euro, 7.787 al mese, ovvero la metà di quanto prende al netto il Presidente della Regione Sicilia.
Un parlamentare USA, Camera o Senato, riceve 10.315 euro lordi al mese: 1.389 in meno del 'trattamento mensile lordo' dei nostri deputati. Secondo il Sole24ore, sappiamo che questi ultimi incassano sotto questa voce 11.704 euro mensili, vale a dire tremila in più dei secondi in classifica (gli austriaci: 8.882), quattromila abbondanti più dei terzi (gli olandesi: 7.177), e cinquemila in più dei francesi (6.892). La cosa più 'divertente' di tutto ciò è che gli Spagnoli, nonostante il sorpasso in termini di Pil pro capite, sono pagati un quarto rispetto ai nostri: 2.921 euro.
Da non dimenticare è il trattamento che subiscono i cosiddetti 'portaborse' dei politici italiani, che ad ogni legislatura dovrebbero essere messi in regola, cosa che in generale non avviene, e se avviene, solo parzialmente. Eppure una soluzione al problema sarebbe molto semplice: basterebbe che il Parlamentare segnalasse alle Camere il proprio collaboratore, lasciando che siano queste a pagarlo. La realtà si dimostra ben diversa: i nostri politici trovano molto più comodo incassare i soldi e girarne solo una parte al povero assistente, promettendogli (ovviamente), che un giorno tirerà dentro anche lui. Se vogliamo fare un altro esempio di integrazione, proprio alla vigilia della manovra 'lacrime e sangue', l’ex Consigliere di Tremonti, Marco Milanese, si compiaceva per le vacanze al Plaza, le Ferrari Scaglietti e lo Yacht rivenduto per una somma doppia a quanto guadagna un presidente americano in tutto il suo mandato. Secondo le dichiarazioni di un consigliere radicale, Giuseppe Rossodivita, alla Regione Lazio, stando alla dichiarazione dei redditi, solo una trentina dei suoi colleghi dichiara di possedere un'auto. Gli altri, nonostante risultino essere proprietari di 'decine di appartamenti intestati', non possiederebbero apparentemente nessuna vettura. È un fatto curioso, considerando che quasi tutti, infatti, incassano ogni mese sontuosi rimborsi dichiarando di raggiungere il Consiglio con l'auto propria. Per quanto riguarda i rimborsi, come ci ha raccontato su La Repubblica Carlo Piccozza, non occorrono nemmeno fatture che certifichino gli spostamenti. Basta dichiarare a parole di aver compiuto un tot di kilometri per arrivare in via della Pisana. La Regione, naturalmente, paga: 35 centesimi al kilometro. Il tutto, ovviamente, è basato soltanto sulla parola, e non serve neanche uno scontrino. Come se non bastasse, c'è chi dopo l'elezione decide di spostare la propria residenza o il domicilio il più lontano possibile. Che problema c'è? Tanto nessuno controlla. Potremmo andare avanti anche per ore citando casi del genere, ma preferisco soffermarmi sul fatto che oggi c'è stato il voto definitivo alla Camera, intervento che prevederà una serie di tagli alle agevolazioni fiscali: dagli asili ai mutui. Il taglio di deduzioni, detrazioni e sconti fiscali previsto dalla manovra per il 2013 e 2014 potrebbe costare a una famiglia media mille euro di tasse in più in due anni. La cosa che emerge più chiaramente da questa vicenda è che il cosiddetto 'Popolo della Libertà' è più che altro un popolo di socialisti. All'interno del partito, infatti, gli ex socialisti sono la maggioranza e i liberali sono rimasti pochissimi, a mio avviso giusto Galan e Crosetto. E pensare che nel '94 Silvio Berlusconi, leader del PdL, ha combattuto tutte le sue campagne elettorali sulla base di un programma che prometteva di abbassare il carico fiscale. Ora vediamo che di quelle promesse non si è fatto nulla. Quest'ultima manovra, infatti, colpisce le classi sociali più disagiate, le famiglie monoreddito e anche il popolo delle partite Iva. Ironia della sorte? Durante la manovra è stato nominato più volte il Titanic, ma a differenza del Titanic, in questa situazione si salvano giusto i passeggeri di prima classe.
www.radicalisenzafissadimora.org
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