Di Marco del Ciello.
Un grafico pubblicato due giorni fa dal sito di informazione economica www.lavoce.info illustra in modo chiaro e conciso quello che noi cittadini italiani sospettavamo già da tempo: i nostri rappresentanti politici in Parlamento guadagnano troppo. Ma a quanto dovrebbe ammontare l'indennità parlamentare per essere equa? Io penso che un buon criterio di riferimento sarebbe il reddito medio, che stando ai dati dell'Istat corrisponde attualmente a un po' meno di 1.300 euro al mese. Si tratta di una misura statistica piuttosto rozza del benessere dei cittadini, ma ha il vantaggio di poter essere calcolata in modo rapido e affidabile. Avrebbe inoltre quattro vantaggi:
1) permetterebbe anche a chi non dispone di un patrimonio personale di svolgere il suo incarico in Parlamento come un lavoro a tempo pieno, mantenendo al tempo stesso un livello di consumi al di sopra della sopravvivenza;
2) costringerebbe i politici a sperimentare in prima persona le condizioni economiche in cui vivono la maggior parte dei loro concittadini, avendo quindi un'esatta percezione delle fasi di recessione e di espansione, oltre che delle eventuali difficoltà;
3) i politici subirebbero in prima persona gli effetti delle variazioni del reddito medio, sia in positivo che in negativo, e avrebbero quindi un incentivo diretto a impegnarsi per migliorare le condizioni economiche del paese;
4) dato che non è una cifra fissa, ma variabile, questo criterio potrebbe essere inserito in Costituzione e diventerebbe quindi molto difficile da modificare all'interno del Parlamento in un secondo tempo. Insomma, niente aumenti di stipendio approvati nottetempo.
Per i consiglieri regionali si potrebbe applicare il reddito medio della regione di riferimento e così anche per gli eletti negli enti locali. I risparmi per l'erario sarebbero interessanti, ma forse diventerebbe più difficile trovare candidati per le elezioni...
www.radicalisenzafissadimora.org
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