domenica 3 luglio 2011

Il primo digiuno non si scorda mai

Di Sergio Ravelli.
Da Radicale ignoto. Appassionatamente radicale. Fatti aneddoti e ricordi.

Fino ad allora non avevo mai praticato questa forma di lotta nonviolenta. La condividevo, ma non mi sentivo attrezzato, forse condizionato psicologicamente dal fatto di essere cresciuto in una osteria dove la convivialità, il mettersi attorno ad una tavola imbandita, rappresentava un elemento ineliminabile. Ma quella volta mi sentivo veramente coinvolto dalla problematica [lo sterminio per fame nel mondo] e deciso a dare il mio piccolo ma concreto contributo per la buona riuscita di una grande battaglia, giunta ad un passaggio cruciale in Parlamento. Decidemmo pertanto di iniziare, io ed Elio Scarnato di Crema, con uno sciopero della fame di 15 giorni. Al termine avremmo passato il testimone ad altri compagni che, ogni tre giorni, a staffetta, avrebbero proseguito il digiuno. Le modalità del digiuno erano quelle di sempre: tre cappuccini zuccherati al giorno e acqua a volontà. La versione occidentale e moderna (inventata dai radicali) del digiuno gandhiano. In pratica il minimo calorico (400-450 Kcal.), rispetto ad un fabbisogno medio di 3000-3500 Kcal. Detta così non sembra una cosa particolarmente gravosa per un corpo giovane e sano. Sennonché c'è di mezzo la "testa", vale a dire l'elemento psicologico che, anche in questo caso, gioca un ruolo assolutamente determinante. Solo se hai una forte motivazione, sei ben determinato e hai un obiettivo credibile, allora ce la puoi fare senza grossi problemi, continuando a svolgere l'attività e la vita di tutti i giorni. Anzi, ti accorgi di poter fare molte più cose e di poterle fare meglio, con maggiore concentrazione. L'importante è riempire utilmente le proprie giornate, non sprecare il tempo ma convertirlo in azione positiva.

www.radicalisenzafissadimora.org

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