Di Ahmed Othmani.
Da La pena disumana. Per una critica radicale del carcere.
Il sovraffollamento delle carceri, misurato in funzione della capacità di accoglienza dei luoghi di detenzione, è una caratteristica comune a tutti i Paesi del mondo, salvo rare eccezioni. La capacità di alloggio di un carcere non si calcola unicamente in funzione del numero di letti, ma deve prendere in considerazione l'esistenza di altri luoghi necessari alla convivenza: cucine, sanitari, refettori, luoghi di riunione e di ricreazione, palestre ecc. Si può stimare il sovraffollamento anche in funzione del rapporto percentuale di incarcerazione, vale a dire del numero di detenuti per 100.000 abitanti. Nel mondo tale rapporto va da un massimo di di circa 700 ogni 100.000 (è il caso della Russia e degli Stati Uniti, che rappresentano i picchi dell'universo carcerario, se si esclude la situazione parossistica esistente in Ruanda) a un minimo di 100-150 per 100.000, che troviamo soprattutto in Europa occidentale (i Paesi scandinavi da tempo hanno le percentuali più basse del mondo).
Nell'ultimo quarto di secolo, si è assistito a un aumento esplosivo del numero di detenuti nel mondo. Il fatto è che ovunque l'opinione pubblica si è mobilitata in difesa del carcere come soluzione miracolosa contro la delinquenza. Oggi il mondo reclama più prigioni. Questa deriva è amplificata da due fenomeni che si rafforzano reciprocamente: il ruolo dei media e la demagogia elettoralista degli uomini politici nei Paesi democratici.
www.radicalisenzafissadimora.org
davvero?
RispondiEliminaSì, purtroppo il dramma del sovraffollamento riguarda quasi tutti i paesi del mondo.
RispondiElimina(Marco del Ciello).