Da I doveri della libertà. Intervista a cura di Giovanna Casadio.
Fu il mio aborto clandestino, nel 1974, l'episodio scatenante. Avevo 27 anni, il ginecologo sosteneva fossi sterile e invece restai incinta. Ricordo ancora la risposta del medico quando gli chiesi cosa fare: «Per uccidere una vita in fiore, fa un milione». Soldi che non avevo, ovviamente. Mi parlarono del dottor Giorgio Conciani a Firenze. Partii per Firenze. Mi trovai davanti un signore molto perbene che cercava di spiegarmi che non faceva il raschiamento ma l'aspirazione. Io non volevo sapere né sentire niente. Dopo, mentre tornavo a casa, pensai: ma come è possibile, devo andare di notte a bussare alla porta di qualcuno che non conosco. Ero umiliata.
Decisi di ricorrere ai contraccettivi e così cominciai a frequentare l'Aied, l'Associazione per l'educazione demografica. C'era già stato il referendum sul divorzio. Ma di questo non ricordo niente, mia madre raccontava che eravamo andate a votare insieme, io non so cosa votai.
Frequentavo l'Aied come volontaria e lì venivano tante donne. Per moltissime era ormai tardi per la contraccezione, cercavano un modo per abortire. Alcune le mandavo da Conciani. A settembre del 1974 lessi su un giornale un trafiletto: tale signora Adele Faccio aveva aperto un Centro per l'informazione, la sterilizzazione e l'aborto in corso di Porta Vigentina a Milano. Era il Cisa. Mi sono presentata. Adele mi spiega la campagna di aiuto alle donne, una campagna pubblica. Per la prima volta sento le parole «disobbedienza civile». Ogni martedì si ricevevano le donne, la polizia ne era evidentemente informata. Chiesi se potevo dare una mano anch'io. Il martedì mi presentavo lì, creammo il consultorio, spiegavamo alle donne che era pubblico, che forse c'erano dei poliziotti, che era probabile ci fossero degli infiltrati, che era una campagna politica per modificare la legge sull'aborto. Le donne tornavano meno colpevolizzate, più rasserenate, più consapevoli di volere la contraccezione.
La mia militanza politica è cominciata così, con Adele, nella battaglia contro l'aborto clandestino, le mammane, i «cucchiai d'oro».
www.radicalisenzafissadimora.org
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