lunedì 14 febbraio 2011

A proposito del paladino della democrazia liberale

Di Emiliano Silvestri.

Al Teatro Dal Verme Giuliano Ferrara le ha cantate chiare:
• Tutto è nato qui a Milano, con quei magistrati che oggi sono tutti in politica; tutti i partiti rubavano, e hanno colpito soltanto alcuni, distruggendo la prima Repubblica.
• Vogliono mettergli le mani addosso per chiarissime, misere ragioni politiche; io oggi sto con Silvio perché ha contro i poteri forti. Questa è sputtanopoli!
• Battiamo questa minoranza etica, mossa da orgoglio, da superbia, da interessi consolidati e visibili. Che fa un uso smodato della morale, fino a ferire il significato, la forza residua e l’autonomia della politica repubblicana, della stessa democrazia liberale; alla quale oppongono un inaudito idolo virtuoso che chiamano Costituzione.

Ottimo paladino della democrazia liberale. Peccato per la smemoratezza.

L'ottimo paladino liberale avrebbe ricordato che il più antico dei partiti italiani – il Partito Radicale – non ha mai rubato; che, anzi, avrebbe battuto il finanziamento pubblico dei partiti se i partiti non avessero imbrogliato per riprenderselo moltiplicato.
L’ottimo paladino della democrazia liberale, nel ricordare l’attenzione esagerata dei magistrati milanesi per il cittadino Silvio Berlusconi, avrebbe chiesto conto anche della esagerata disattenzione per le firme false del cittadino Roberto Formigoni.

Peccato davvero.

Così tacendo il nostro paladino, il nobile rampollo della nobiltà resistenziale, assomiglia ancora tanto al dirigente delle squadre comuniste che spazzava via senza tanti complimenti i radicali dall'ingresso dei tribunali italiani, primi nella coda in attesa di presentare il loro simbolo elettorale.
Assomiglia tanto al custode degli equilibri del regime partitocratico - consociativo e lottizzatorio - che fu in gioventù.

www.radicalisenzafissadimora.org

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