sabato 19 marzo 2011

Ritorno al nucleare. Conviene? Risolve?

Di Emma Bonino.
Da Ritorno al nucleare. Conviene? Risolve?*.

Dopo aver ascoltato favorevoli e contrari, dico subito di non aver ricevuto risposte convincenti da parte dei sostenitori del nucleare. Il Premier Berlusconi e il Ministro Scajola ci dicono che investire 30 miliardi di euro - dei privati si badi bene - per garantirci il ritorno all'atomo sia l'unica strada per ridurre la nostra dipendenza dal petrolio. Queste affermazioni danno una percezione errata del problema. Basti pensare, infatti, al fatto che il petrolio serve in grandissima parte al settore dei trasporti. Forse il governo ha in mente una rivoluzione nel nostro sistema dei trasporti (ben venga!) perché auto, navi e aerei che vadano a corrente elettrica ancora non ne ho visti.
E se si parte dal presupposto che il governo punta, all'orizzonte 2020-2030, di coprire con il nucleare il 25% della nostra produzione elettrica, va tenuto conto che quest'ultima rappresenta solo il 18% del nostro fabbisogno energetico conplessivo.
E allora mi domando davvero di cosa stiamo parlando. Insomma la rivoluzione copernicana annunciataci corrisponderebbe, in definitiva, soltanto al 4,5% del consumo nazionale!
Una percentuale raggiungibile in altri modi, puntando per esempio sulle energie alternative, sull'efficienza energetica e sull'innovazione tecnologica nel settore dei trasporti che, oltre a portare ad un abbattimento significativo delle emissioni di gas serra e dei fenomeni più preoccupanti d'inquinamento atmosferico, cetamente non hanno bisogno di 30 miliardi d'investimento.

* Atti del Convegno promosso da Parlamentari Radicali e Amici della Terra. Venerdì 11 luglio 2008. Camera dei Deputati. Palazzo Marini, Sala delle Colonne.

www.radicalisenzafissadimora.org

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