Di Marco del Ciello.
Stasera Giulia Innocenzi presenta a Milano la sua prima fatica letteraria, in compagnia del comico Luca Bizzarri, del consigliere regionale Pippo Civati e della berlusconiana pentita Sara Giudice. La Innocenzi è soprattutto nota al grande pubblico per lo spazio che conduceva fino a pochi giorni fa all'interno della popolare trasmissione Anno Zero su Raidue, ma ha anche un passato, molto recente, di militanza politica attiva a cavallo tra i Radicali e il Partito Democratico. E in questo suo romanzo-saggio si sforza appunto di raccontare la condizione dei giovani di oggi all'interno dei partiti, tra speranze e (molte) delusioni. Meglio fottere (che farsi comandare da questi) (Editori Riuniti, 2011) è la storia di due ragazze e due ragazzi che muovono i loro primi passi nel mondo della politica italiana, attraverso quattro diversi partiti: dietro a nomi di fantasia si riconoscono abbastanza facilmente la Lega Nord, il Partito Democratico, il Popolo della Libertà e il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, con i loro rispettivi leader. Ma anche chi ha esperienza di realtà diverse non faticherà a identificarsi nelle vicende dei quattro protagonisti.
Devo ammettere che mi sono accostato alla lettura di questo libro con un certo scetticismo, d'altronde l'anti-politica è ormai un topos letterario ben consolidato e molto redditizio sul piano delle vendite, ma ho trovato poi tra le sue pagine una critica non superficiale ai nostri partiti e soprattutto un punto di vista inedito. All'interno dei partiti italiani, infatti, la cooptazione è la norma e questo pone i giovani nella condizione di non potere esprimere in piena libertà il proprio punto di vista e la propria opinione, specialmente se critica. Lo dice bene Giulia, una delle ragazze, verso la fine del romanzo: per apparire migliore degli altri, aveva dovuto annullare se stessa. E continuava a valerne la pena, a patto che nessuno sapesse come si sentiva dentro. [...] Fra poco sarebbe entrata in Parlamento, ed era solo questo ciò che contava. Ma considerazioni simili ricorrono nei pensieri di tutti i personaggi, nessuno escluso. Difficile quindi ascoltare certi ragionamenti, se non nell'ambito di conversazioni private e ancor più raro vederle messe nero su bianco, con tanta dovizia di particolari.
Il racconto si apre con i toni leggeri tipici dei ventenni, non senza sfumature paradossali e grottesche, ma con il procedere della narrazione il clima si fa più cupo, a tratti drammatico, ed emerge rapidamente nei protagonisti un sentimento di disillusione e impotenza. Se l'assemblaggio in laboratorio del candidato di sinistra, con materiali genetici presi dai diversi capicorrente, appare una trovata degna di un romanzo di fantascienza non particolarmente originale, non più verosimile è la descrizione delle orge del Presidente, eppure ne abbiamo letto solo pochi mesi fa sulle prime pagine dei quotidiani. Così come sono invece sono fin troppo realistiche le scene di violenza, sia nei confronti dell'immigrato clandestino che del senatore corrotto. Il finale a sorpresa regala un po' di speranza per il futuro, ma non cancella del tutto l'amarezza dei capitoli precedenti. Una lettura consigliata soprattutto a quei dirigenti politici over 40 che lamentano la difficoltà di coinvolgere i giovani nella politica: in questo libro troveranno molte risposte alle loro domande, anche se magari non le apprezzeranno.
Appuntamento lunedì 13 giugno alle ore 18:00, presso la libreria Feltrinelli in corso Buenos Aires 33 (MM1 Lima) a Milano.
www.radicalisenzafissadimora.org
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