venerdì 7 gennaio 2011

Il welfare liberale secondo Milton Friedman

Di Milton Friedman.
Da Capitalismo e Libertà.

Due cose sembrano comunque chiare. Prima di tutto, se l'obiettivo è quello dell'alleviamento della povertà, noi dobbiamo dar vita a un programma inteso ad assistere i poveri. È perfettamente ragionevole aiutare il povero che sia, per esempio, un coltivatore, non perché egli è un coltivatore, ma semplicemente perché è povero. Il programma, cioè, dovrebbe essere diretto ad assistere i singoli in quanto tali e non come membri di un dato gruppo professionale o di un dato gruppo di età o di un dato gruppo di livello salariale o di date industrie od organizzazioni sindacali. Questo è un difetto dei programmi di sostegno all'agricoltura, dell'assistenza generale alla vecchiaia, delle leggi sui minimi salariali, della legislazione a favore dei sindacati, dei dazi doganali, del sistema delle licenze all'esercizio del mestiere e della professione, e così via in una interminabile sequenza. In secondo luogo, nella misura del possibile, il programma dovrebbe operare attraverso il mercato, senza distorcere il mercato stesso o impedire il suo funzionamento. Questo è il difetto tipico dei programmi di sostegno dei prezzi, delle leggi sui minimi salariali, dei dazi doganali e simili.
Il congegno che meglio di altri sembra giustificato sotto il profilo puramente tecnico è quello di un'imposta negativa sul reddito.

www.radicalisenzafissadimora.org

2 commenti:

  1. L'idea di Friedman è discutibile.Finalmente,però, qualche radicale cita Friedman, anzichè Cazzola o Ichino o Lord Beveridge. Ultimamente siamo diventati una filiale dei keynesiani di destra e di sinistra: Von Hayek, Von Mises, li abbiamo (?) proprio gettati nel cestino.
    Ah, sei i radicali scoprissero Rothbard!

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  2. Lo stesso Friedman nel seguito di questo testo espone i limiti dell'imposta negativa. La cosa per me interessante è però l'idea di un welfare che tratti tutti i cittadini allo stesso modo, senza discriminazioni, e non interferisca con i meccanismi del libero mercato.

    I pensatori che citi, purtroppo, sono illustri sconosciuti un po' in tutti i partiti italiani. E andrebbero riletti anche in casa radicale.

    Marco del Ciello (curatore del blog)

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