Di Ludwig von Mises*.
Da Libertà e proprietà.
Per eliminare l'interferenza della violenza nelle relazioni umane, non esiste altro mezzo che il ricorso a una violenza ancora più risoluta. Contro quegli individui o gruppi di individui che ricorrono alla violenza o non adempiono ai loro obblighi contrattuali, giova solo il ricorso alla forza. La struttura del mercato, basata su accordi volontari, non può funzionare se non è sostenuta da un apparato di costrizione e di coercizione, pronto a far ricorso alla forza, contro quegli individui che non si attengono strettamente ai termini e alle regole dell'accordo reciproco. Il mercato necessita del supporto dello Stato.
Il mercato, nel senso più ampio del termine, è quel processo che abbraccia tutte le azioni volontarie e spontanee degli uomini. È il regno dell'iniziativa umana e della libertà, il territorio su cui prosperano tutte le conquiste umane.
Lo Stato, il potere che protegge il mercato dal ricorso distruttivo alla violenza, è un bieco apparato di coercizione e di costrizione. È un sistema di ordini e proibizioni, in cui alcuni funzionari armati sono sempre pronti a far rispettare tali comandi.
* Ludwig von Mises (1881-1973) ha insegnato a Vienna, Ginevra e New York. È stato l'esponente più autorevole della Scuola austriaca di economia, una «tradizione di ricerca» capace di fuoriuscire dal territorio propriamente economico e di misurarsi con le più profonde e urgenti questioni di metodologia, sociologia e politica. Fra le sue opere tradotte in italiano, si ricordano: L'azione umana, Torino 1959; Problemi epistemologici dell'economia, Roma 1988; La mentalità anticapitalistica, Roma 1988; Socialismo, Milano 1990; Burocrazia, Milano 1991; Lo Stato onnipotente, Milano 1995.
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