Inauguriamo oggi una nuova rubrica di opinione a cura di Fabio Pazzini, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani: 'La versione di Pazzini'.
Di Fabio Pazzini.
Si stanno avvicinando le elezioni amministrative milanesi ed anche i Radicali hanno deciso di scendere in campo.
Però sia Marco Cappato che Marco Pannella (in conclusione dei lavori del Comitato Nazionale di Radicali Italiani) hanno espressamente caldeggiato (un eufemismo?) la presenza di una lista radicale nella compagine che appoggerà la candidatura Pisapia a sindaco. Il tutto in contrasto col progetto di “terza via” Croci che nasce dall’esperienza referendaria e di coinvolgimento dei cittadini col mezzo della democrazia diretta, tanto cara ai Radicali.
Alcune (che in gran parte posso solo immaginare, perché inespresse) motivazioni politiche non le condivido; altre le ritengo profondamente sbagliate; una non l’ho capita proprio, pur avendola prima ascoltata da Pannella o poi chiesto a Cappato di rispiegarmela.
1) Pisapia è un garantista. Sicuramente e lo ha dimostrato negli anni anche attraverso la sua attività parlamentare. Ma anche il federalismo più spinto non prevede che i comuni si occupino di riforma (e gestione) della giustizia, quindi questa positività ha solo un valore evocativo, ma di nessuna incidenza rispetto all’attività di sindaco;
2) Pisapia è espressione della sinistra e quindi anche del PD al quale siamo legati (sic!) da un accordo nazionale. Come dimostrato in questi anni il rapporto col PD è stato assolutamente fallimentare su tutti i fronti; in realtà ogni volta che si porta questo tipo di critica, nessun fautore del tafazzismo radicale è in grado di portare ad esempio un solo risultato positivo;
3) Pisapia è l’unica alternativa vincente alla Moratti. È probabile che Pisapia e la sua coalizione raggiungano il secondo posto, ma Milano oltre ad essere una città laica, è anche caratterizzata da un’alta attenzione ai contenuti economici del programma presentato e tutti i candidati alle primarie (non si ha ancora notizia del programma definitivo) hanno espresso più volte la volontà di ripubblicizzare aziende di servizio pubblico e annunciato politiche di spesa che significano solo aumento dell'inefficienza (se non dello spreco e della clientela) e aumento delle tasse comunali. Dubito che questa linea possa piacere alla maggioranza dei milanesi; (più in generale, proprio questa mattina Pisapia ha ribadito il suo appoggio alla FIOM su Mirafiori, rendendo ancora più esplicita la sua visione della situazione economica del Paese);
4) Moratti è espressione del sistema formigoniano, che Pisapia contrasterebbe. Questo è sicuramente vero per la prima parte. Sulla seconda mi sento di esprimere fondatissimi dubbi. Non solo i maggiori partiti della coalizione pro-Pisapia (PD e SeL), attraverso la Lega Coop sono secondi azionisti del sistema formigoniano, ma anche nelle semplici affermazioni politiche si guardano bene, ad esempio, da attaccare il suddetto sistema evitando di parlare di sanità a livello regionale o di Expo a livello milanese;
5) Croci, se al secondo turno dovesse scegliere tra Moratti e Pisapia, opterebbe sicuramente per la prima. Questa è un'affermazione tutta da provare. Innanzitutto se anche noi fossimo della coalizione non potrebbe non tener conto delle nostre indicazioni. Poi sarebbe assurdo, come trapela da questa affermazioni, pretendere da Croci, ma anche dai Radicali, di scegliere sin da ora l'opzione Pisapia: in base a che cosa? L'eventuale scelta tra l'una e l’altro (esiste comunque anche la possibilità di non scelta) dovrebbe essere fatta in base al grado di accoglimento delle nostre proposte programmatiche;
6) Croci potrebbe aprire la sua coalizione a FLI e UDC. Sinceramente questo è un non problema. Per quanto riguarda FLI bisogna comunque ricordare che i pochi rappresentanti milanesi sono di matrice liberale e che Della Vedova è politicamente milanese d’adozione, inoltre FLI sia a livello locale che a livello nazionale in più occasioni si è espressa contro il sistema di potere ciellino. Per quanto riguarda l’UDC, il suo potenziale elettorale a Milano è decisamente inferiore a quello Radicale, quindi il resto della coalizione non avrebbe difficoltà a scegliere a chi imporre paletti da non travalicare, come ad esempio il registro dei testamenti biologici (senza considerare il fatto che i Radicali/Cappato sono complementari al progetto Croci, mentre l'UDC sarebbe solo un'aggiunta non determinante);
7) Il nostro elettorato attuale non ci seguirebbe in una coalizione Croci allargata. E quale sarebbe il nostro elettorato attuale? Quello che ha insultato Pannella e i Radicali durante il tentativo di dialogo col potere berlusconiano? Quello che non distingue tra il dialogare sulle necessità del Paese e la contrattazione di cadreghe? Quello che guarda al miope giorno per giorno senza una visione globale e a lungo termine? A Milano (ma anche nel resto d’Italia) il nostro elettorato è quello sinceramente liberale che ci ha abbandonato da quando diamo almeno l’impressione di essere diventati succubi del PD. È questo che dobbiamo cercare e recuperare se vogliamo sperare di ottenere un risultato positivo;
8) Croci ne guadagnerebbe elettoralmente da una nostra collocazione con Pisapia. Questa stento a capirla. A meno che non si voglia intendere che il nostro elettorato voterebbe la lista di Croci e non la nostra.
Inoltre mi sembra ben poca cosa il fatto che la condizione principe della nostra partecipazione alla coalizione sia che Pisapia accetti il fatto che i Radicali continuino ad affermare la propria analisi sulla legalità ed in particolare che i Radicali possano continuare la battaglia contro il sistema Formigoni. Questa non è una condizione: se i Radicali dovessero rinunciare a questo non sarebbero più Radicali.
Infine accenno solamente ad alcune positività della partecipazione alla coalizione Croci. Innanzitutto voglio ricordare che questa nasce dall'esperienza referendaria milanese che ha permesso di coinvolgere buona parte della cittadinanza su una visione nuova, positiva e sostenibile della vivibilità e dello sviluppo di Milano. Metodo che se continuato ci permetterebbe di imporre un nuovo modo di gestire anche l’ente locale. Poi questa coalizione è indenne da complicità col sistema Compagnia delle Opere/Lega Coop. E per ultimo potrebbe rappresentare una contagiosa positività per il resto del Paese. (Senza considerare il fondamentale e scontato fattore che il programma sarebbe costruito con la nostra determinante collaborazione).
www.radicalisenzafissadimora.org
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