Di Tamim Ansary.
Da Un destino parallelo. La storia del mondo vista attraverso lo sguardo dell'Islam.
Ibn Taymiyah mitizzava la perfezione della vita in quella prima comunità, riferendosi ai compagni di Maometto come al-salaf al-salihin, 'i Pii Predecessori'. Versioni delle sue dottrine riemersero poi in India e in Nordafrica in un movimento chiamato salafismo, che è giunto fino ai nostri giorni. La parola appare spesso negli articoli di giornale che parlano degli "islamisti". È qui che tutto ha avuto inizio, all'ombra dell'olocausto mongolo.
[...].
Ibn Taymiyah non riassume l'islam, neanche quello del XIII secolo - esistono tante scuole di pensiero e approcci diversi -, ma proprio quell'atteggiamento che faceva così infuriare il clero e le autorità portò tanti altri ad ammirarlo. Ibn Taymiyah apparteneva alla scuola di giurisprudenza musulmana fondata da Ibn Hanbal, quello studioso dell'era abbaside che aveva preso fermamente posizione contro il primato e la sufficienza della ragione. Ibn Hanbal aveva privilegiato una interpretazione molto letterale del Corano e dei metodi estremamente rigidi per applicare i suoi insegnamenti, rifiutando quasi del tutto anche il ragionamento analogico come strumento per diffondere le dottrine; e così fece anche Ibn Taymiyah. Entrambi avevano un temperamento duro, combattivo e inflessibile. Il fatto che tutti e due andarono in prigione per le loro idee finì per nobilitarne l'eredità, a prescindere dai meriti intellettuali che potesse avere il loro pensiero.
www.radicalisenzafissadimora.org
Nessun commento:
Posta un commento