Laici, Nonviolenti, Antiproibizionisti, Liberali, Federalisti
mercoledì 27 aprile 2011
'Fine vita' mai? No grazie. Domani a Milano presidio con Emma Bonino
Negli ultimi decenni la scienza e la tecnologia hanno fatto enormi progressi.
Macchine per respirazione, idratazione e nutrizione forzata, insieme a tubicini che ci iniettano costantemente medicinali, possono opporsi alla nostra morte per un tempo indefinito.
Noi però pensiamo che morire naturalmente e soffrendo il meno possibile(comunque non di più di quanto siamo disposti a sopportare) sia un nostro diritto.
La Costituzione italiana tutela e promuove questo diritto fondamentale, espressione della nostra inviolabile libertà personale e nessuno può imporci trattamenti sanitari che non vogliamo subire (a meno che questo minacci la salute collettiva). La stessa cosa dicono la Convenzione di Oviedo e la Carta dei diritti dell'Unione Europea.
Dopo la lotta di Piergiorgio Welby e di Beppino Englaro, un giudice ha dichiarato che questo diritto – solennemente proclamato – non è garantito dalla legislazione nazionale; un’altra sentenza ha poi stabilito che la volontà della persona può essere ricostruita con qualsiasi mezzo di prova e che poi deve essere rispettata.
Anche il codice deontologico dei medici impone loro di rispettare la volontà del paziente e, qualora non fosse cosciente, di rispettare un’eventuale espressione di volontà manifestata in precedenza.
A tutt'oggi nessuna legge sancisce questo diritto. Anzi, in questi giorni la Camera dei Deputati discute un progetto di legge che questo diritto lo toglie. Se verrà approvata definitivamente, ci impedirà di rifiutare alimentazione e idratazione artificiale e, comunque, affida la decisione sul nostro destino al medico.
Nel frattempo è necessario mettere in piedi tutti gli strumenti possibili per rendere pubblico il nostro volere e per dare a una persona di cui ci fidiamo, l’incarico di difendere le nostre decisioni quando non saremo più in grado di farci sentire.
Alcune decine di Comuni italiani hanno già un registro per le disposizioni anticipate di trattamento. Un luogo cioè dove custodire le nostre volontà nel caso non fossimo in grado di esprimere il nostro consenso/dissenso rispetto ai trattamenti ritenuti necessari dai medici.
Il registro comunale dei testamenti biologici:
una difesa e una garanzia.
Appuntamento giovedì 28 aprile alle ore 11:00, davanti a Palazzo Marino in piazza della Scala (MM1/3 Duomo).
www.radicalisenzafissadimora.org
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