sabato 30 aprile 2011

Milano vicino all'Europa. Un voto per salvarsi da Salvini

Di Marco Di Salvo.
Da Notizie Radicali.

Da un vicesindaco all'altro, dal passato al futuro. E già, perchè per quante preferenze potrà prendere, Il nostro vecchio De Corato, di cui abbiamo già parlato, è destinato ad un futuro da semplice consigliere comunale (o, magari, presidente del consiglio comunale, perchè no?). Al suo posto di vicesindaco, sempre che vinca suor Letizia, pare essere destinato l'eurodeputato Matteo Salvini, giovane (una volta, è sulla soglia dei quarant'anni) virgulto di quella formidabile scuola di formazione politica che è la Lega. Quindi, la sciura si prepara ad avere un vicesindaco comunista.

Questo almeno il credo dichiarato da Salvini stesso, oltre naturalmente a quello padano. Consigliere comunale dal 1993 (alla faccia del rinnovamento, verrebbe da dire), il nostro fu tra i protagonisti, nel lontano 1997, della lista Comunisti Padani, presente alle elezioni dell'allora Parlamento Padano (altri tempi, quando la Lega predicava la secessione. Esplicitamente, intendo). Questo non fa naturalmente di lui un esperto di Marx ed Engels, quanto piuttosto un non banale animale politico, capace di rappresentare al meglio la Lega di lotta e di governo (anche questo un ossimoro di radice comunista, in fondo) sognata da Bossi. È da sempre protagonista delle cronache locali milanesi per i suoi show sopra le righe. Dal rifiuto di stringere la mano a Ciampi (ai tempi della Giunta Albertini) fino all'ultima salvinata (le scrivanie del gruppo consiliare della Lega in piazza per la Festa della Repubblica, prontamente sgomberati dai Carabinieri prima che venissero linciati da una folla di milanesi patriottici), il nostro è stato protagonista delle cronache cittadine, costruendosi così il ruolo di fustigatore. Anche e soprattutto nei confronti dei suoi partner di governo, che non poche volte hanno dovuto subire le sue angherie verbali.

Tra le ultime vittime, proprio il suo futuro predecessore, il povero De Corato, colpito al cuore della sua azione politica, ovvero le mitiche ordinanze sulle intemperanze degli avventori dei locali pubblici. Orgoglio di "Riccardo cuor di terrone" (scusatemi il calembour protoleghista), sono state stroncate in occasione della presentazione della lista leghista al Comune, con una sottile perfidia da parte di Salvini. Visto che, in fondo, le ordinanze furono uno degli strumenti richiesti proprio dai leghisti. Ma a quei tempi, la campagna elettorale era finita da tempo e si dovevano trovare altri modi per stare sulle pagine dei giornali.

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