giovedì 21 aprile 2011

La differenza tra 'papi' Berlusconi e 'Il Celeste' Formigoni

Di Emiliano Silvestri.
Da Notizie Radicali.

Stanotte ripensavo al Partito Radicale e alla lotta di Marco Pannella per la verità sulla seconda guerra del golfo voluta da George W.Bush e Tony Blair (con l'attiva partecipazione della ditta Silvio Berlusconi & Muammar Gheddafi) contro la proposta di 'Iraq libero', cioè contro la proposta radicale, approvata dai Parlamenti Europeo e Italiano, di esilio per Saddam Hussein.

Pensavo a 'Oil for food', a Hussein e al partito Baath, eredi di 'quella primitiva dottrina' (enunciata da Trasimaco) che sostiene 'che la ragione è del più forte'. Pensavo a una delle raffigurazioni, di quella primitiva dottrina, che si incarna nella 'brutalità dell’arbitrio': pensavo (qui si vede che sono genitore) al Voldemort contro cui lotta l’esercito di Silente guidato dall'Harry Potter creato da J.K. Rowling. Pensavo al fatto che Voldemort è conosciuto come 'colui che non deve essere nominato'. Siamo in Lombardia, nella terra di Alessandro Manzoni e dei 'Promessi sposi' (libro con il quale a scuola mi hanno martellato per anni senza mai farmi arrivare alla fine) capolavoro della letteratura italiana nel quale spicca, appunto, la figura dell'Innominato.

La scena è, anche allora, quella di Lecco e, anche allora, c'è un personaggio che dispone della vita delle persone come fosse dio. A un certo punto incappa in una delle sue vittime, Lucia, e si rende conto del male che ha provocato. Questo lo getta nell'inferno della disperazione. Incontra poi Gesù, si libera dalle proprie pulsioni di dominio e diviene strumento di conforto e di liberazione.

Pensavo alla diversa disperazione dell'Innominato dei nostri giorni; il protagonista della vicenda Firmigoni. Anche lui potrebbe incontrare la sua Lucia ma non se ne accorge, tutto preso dalla necessità di imporre – lui custode della vita – la resistenza ad una morte che – dispone – non ha da essere 'né domani né mai'.

Pensavo quindi alla diversa disperazione che prende questo nostro Trasimaco del 2000, Celeste Saddam della Brianza, quando teme di poter perdere gli strumenti che gli consentono, novello Cesare di condurre il popolo alla via e alla verità (della vita abbiamo già detto). È disperato; non si rende conto che proprio questa sua condizione è la spia del venir meno dell'alleanza con Gesù (che è appunto 'speranza' se ho capito bene. E liberazione, se ho capito bene quello che significavano per Don Giussani le parole: 'Comunione e liberazione').

Ha perso coscienza. Si è fatto Cesare e si comporta come un dio, o più semplicemente come un satrapo pagano qual era, appunto, il suo amico (attraverso Tarek Aziz) Hussein. Invece dell'arcivescovo Carlo Borromeo incontra (sempre per interposta persona) Fofò. E poi – lo sventurato – come un altro celebre personaggio dei 'Promessi sposi', risponde alla richiesta del potere che lo possiede.

Il male non può essere dentro di sé, sono i radicali che rubano certificati e truccano le carte. Successivamente, quando ormai è chiaro che firme false qualcuno dei suoi le ha prodotte, proclama la cosa ininfluente e dichiara tronfio: 'Io ho il 62 per cento dei consensi.

Per usare le parole di Roberta de Monticelli: 'nega la rilevanza di una regola su cui è impostata la democrazia', la più sacra dal punto di vista istituzionale nel momento in cui si avvia il processo elettorale, 'e sostiene – falsamente – che questa sia ancora democrazia'. Fermiamolo prima che sia troppo tardi. Cominciamo a sconfiggere il suo blocco di potere – capitanato a Milano dalla Moratti. Con il voto alla lista Bonino-Pannella è ancora possibile.

www.radicalisenzafissadimora.org

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