LISTA BONINO-PANNELLA: Con la Moratti Milano non è una città per donne. Né per referendum
Stamattina, nel corso della conferenza stampa della Lista Bonino-Pannella, è stato presentato il dossier-inchiesta di Valerio Federico sulla presenza (assenza) di donne nei cda delle società controllate e partecipate dal Comune a Milano e in Lombardia. Come ha sottolineato l'autore: 'Nell'economia controllata dal Comune di Letizia Moratti non vi è spazio per le donne. L'Istituzione governata dal Centrodestra ha potere di nomina in decine e decine di società, enti, fondazioni e agenzie. Se accendiamo i riflettori sulla galassia dei posti di potere troviamo poche donne con incarichi importanti e ben retribuiti: 54 incarichi nei cda che rappresentano appena il 3.7% considerando le imprese pubbliche di rilievo controllate dal Comune. Se a queste aggiungiamo le 44 imprese di secondo livello arriviamo a 241 incarichi nei cda di cui solo 19 affidati a donne'.
Anche Emma Bonino, vicepresidente del Senato, è intervenuta, puntando l'attenzione sul fatto che 'Non solo le donne sono assenti dai cda come rilevato dallo studio di Valerio Federico ma dobbiamo ricordare che nei nove tavoli tecnici costituiti per l'Expo non è stata individuata alcuna donna capace di poter contribuire con le proprie conoscenze e con i propri stili professionali alla riuscita ed alla costruzione di contenuto dell'evento. Tutto questo stride ancora di più se si guarda alla media di accesso al mercato del lavoro nel nord del 60%, peraltro in linea con la media europea. Il Governo, con l'aumento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico impiego (come da standard europei), si era impegnato ad utilizzare i risparmi che ne derivano - quattro miliardi circa in dieci anni - per interventi dedicati a favorire l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro, per la conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro e per il fondo non autosufficienza. Quattro miliardi nei primi dieci anni e, dopo, 242 milioni di euro a regime ogni anno: ma queste sono cifre che mai le donne italiane hanno potuto anche solo sognare'.
Per quanto riguarda invece le iniziative politiche e istituzionali a difesa del diritto dei cittadini milanesi ad essere informati sui cinque referendum per l'ambiente e la qualità della vita a Milano, che si voteranno il 12 e 13 giugno prossimi, Lorenzo Lipparini ha informato la stampa presente di aver inviato stamattina un esposto al Prefetto per denunciare come 'a 16 giorni dall'apertura dei seggi per la consultazione popolare dei cinque quesiti ambientali a Milano, risulti ancora inapplicata la previsione dell'Articolo 18 del Regolamento per l'attuazione dei diritti di partecipazione popolare del Comune di Milano. Al momento nessuna iniziativa è stata intrapresa in tal senso dal Comune, in accordo con i Promotori, eccezion fatta per l'affissione di manifesti per l'annuncio della data e dei quesiti della consultazione popolare. Tenuto conto dell'importanza del raggiungimento del quorum del 30% di aventi diritto al voto per la validità della consultazione, il mancato avviso tramite organi di stampa e radiotelevisivi, nonché la mancata predisposizione di materiale informativo, non si configura soltanto come un mancato rispetto di quanto previsto dal Regolamento ma come un grave comportamento che rischia di danneggiare l'efficacia stessa della consultazione, in danno dei cittadini. Ho chiesto pertanto al Prefetto di voler intervenire urgentemente per richiamare il Comune al rispetto della normativa, affinché si ripari al danno senza ulteriore perdita di tempo attuando un necessario piano di comunicazione'.
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