martedì 31 maggio 2011

Miracolo a Milano?

Di Marco del Ciello.

Già due settimane fa, mentre il conteggio dei voti del primo turno delle elezioni comunali di Milano era ancora in corso, un mio cugino milanese, storico sostenitore della sinistra, mi inviava un sms che recitava: '... miracolo a Milano!!!'. Ma la vittoria dell'avvocato Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra sostenuto anche dai radicali della Lista Bonino-Pannella, è davvero un 'miracolo', cioè un evento del tutto imprevisto e imprevedibile? Ci sono almeno due elementi che, osservati retrospettivamente, fanno dubitare di questa ipotesi: da un lato la tenuta elettorale del Partito Democratico in città e, dall'altra, la scarsa popolarità del sindaco in carica Letizia Moratti. Dal 2008, anno dell'esordio, a oggi il PD ha sempre avuto a Milano risultati in linea con la media nazionale, cosa tutt'altro che scontata in quella che fino a ieri era nota come la capitale del berlusconismo, città di destra per eccellenza: 33,7% alle politiche del 2008; 26,1 alle provinciali del 2009; 25,2 alle europee dello stesso anno; 26,3 alle regionali del 2010; e infine 28,6 a queste comunali. La Moratti, al contrario non è mai stata amata, neanche nel suo stesso partito. Già l'esordio non è felice: nel 2006 l'ex ministro del governo Berlusconi III viene sì eletta sindaco al primo turno, ma raccoglie meno voti della coalizione che la sostiene, 51,9% contro 53,7%. Fatto insolito, specie per un politico di fama nazionale. Poi l'Ecopass, che causa la rivolta dell'alleato leghista e di una buona parte del PdL. Per non dire dei litigi con Formigoni e la componente ciellina per l'Expo. Al punto che l'estate scorsa c'era chi parlava apertamente di non ricandidarla.

Eppure erano davvero pochi quelli che pensavano che Pisapia potesse farcela e in effetti, se questa vittoria non è opera dell'intervento divino, contraddice però alcuni luoghi comuni della politica italiana degli ultimi anni. Vediamo in breve quali:

1) i soldi fanno la differenza. Stando alle voci che circolano in città, e che io reputo attendibili, la Moratti, grazie soprattutto al sostegno economico del marito petroliere, avrebbe speso dodici volte più di Pisapia per la campagna elettorale. Una somma enorme che però non ha a quanto pare dato i frutti sperati;

2) la sinistra può vincere solo se si allea con il centro. A Milano il cosiddetto terzo polo (UdC, FLI, ApI, MpA) ha presentato al primo turno un proprio candidato e non ha appoggiato Pisapia neanche al ballottaggio. E, cosa più rilevante, la somma algebrica dei voti di centro e destra non sarebbe comunque bastata alla Moratti per superare il suo rivale;

3) la Lega Nord è sempre vincente al Nord. Forse, ma non a Milano che del Nord dovrebbe essere la capitale: se il partito di Bossi conquista a queste elezioni ben tre consiglieri comunali in più rispetto al 2006, bisogna però considerare che dal 2008 a oggi aveva sempre ottenuto a Milano risultati ben al di sopra dell'attuale 9,6% e, rispetto alle regionali dello scorso anno, perde addirittura cinque punti percentuali;

4) la televisione conta, Internet no. Berlusconi ha utilizzato tutto il suo considerevole potere mediatico, in spregio anche alle leggi e ai regolamenti, per sostenere Letizia Moratti. D'altra parte tutti concordano sulla superiore abilità dei sostenitori di Pisapia nell'uso dei social network. Insomma, sembra che nella sfida tra Internet e televisione abbia vinto proprio la rete.

Se Milano anticipa ancora le tendenze nazionali, possiamo allora dire che qualcosa sta davvero cambiando nella politica italiana.

www.radicalisenzafissadimora.org

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