Di Marco Di Salvo.
Da Notizie Radicali.
Ci sono volte in cui converrebbe essere stranieri. O addirittura essere di un altro pianeta, come nel racconto di Ennio Flaiano 'Un marziano a Roma'. Solo così, credo, si potrebbe far venir meno la sensazione di ripetizione stantia di un copione bolso che si ha vivendo le campagne elettorali nel nostro paese da qualche anno a questa parte.
Non mi fraintendete, non parlo dell'attività che, nell'esiguità dei mezzi cronica di noi radicali, si sta svolgendo sempre più freneticamente più ci si avvicina alla data del voto. Parlo del modo in cui la campagna elettorale viene raccontata e costruita dal massimo imprenditore del teatrino della politica (come lo chiama Lui). Se ci fate caso, da qualche anno a questa parte il copione è sempre lo stesso, si tratti di elezioni politiche o amministrative. Lui che lancia il referendum su se stesso, Lui che copre mediaticamente l'eventuale candidato locale alla carica di maggior rilievo (si tratti di presidente della regione, della provincia o del sindaco), Lui che carica su di se le attenzioni di tutti i media. Come sta facendo ad esempio qui a Milano dove, dallo scorso fine settimana, prima, durante e dopo il favoloso comizio ad inviti al Palasharp (si ad inviti. Distribuiti ai maggiorenti del partito, che sono stati costretti a portare più amici possibili, pena la riduzione del loro ruolo nel partito) è tutto un fiorire di interviste 'esclusive' in serie (un'altra interessante bizzarria del sistema informativo italiano, l'esclusiva data a tutti. E da tutti presa come tale) a tutti i media radio e tv locali. Così, di fatto, finisce la campagna elettorale, perchè dal momento del Suo arrivo, tutto il resto finisce in ombra.
Spariscono gli alleati, spariscono gli avversari (che in alcuni casi, pare non vedano l'ora di farlo, sentendosi più confortati nel ruolo dell'opposizione del re), spariscono i giornalisti che, invece di far domande, si mettono a riportare fedelmente (o a contrastare senza ascoltarle) le dichiarazioni di Lui. Tutti con l'elmetto e la bandiera, pronti a battagliare sul nulla. Nel frattempo Lui si guarda lo spettacolo e, felice del risultato ottenuto, si prepara a sfangarla per l'ennesima volta. Ci sono volte in cui, forse, anche ad esser marziani, si finirebbe per incazzarsi lo stesso.
'Quando gli hanno offerto il diploma di cittadinanza onoraria il marziano ha detto poche parole. Gli altoparlanti le hanno trasmesse ma non chiaramente. La stampa le riporta, non è niente di eccezionale, forse ci aspettavamo un maggior impegno da parte sua; ma bisogna anche tener conto della delicata situazione del marziano, che si sente ospite' Ennio Flaiano - Un marziano a Roma.
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