Ieri sera Giulia Crivellini, candidata al Consiglio Comunale di Milano nella Lista Bonino-Pannella e iscritta all'Associazione Radicali Senza Fissa Dimora, ha partecipato a un confronto tra giovani candidati dal titolo 'Milano Under 30'. Questo è il testo integrale del suo intervento.
Di Giulia Crivellini.
Mi chiamo Giulia Crivellini, ho ventidue anni e sono candidata al Consiglio Comunale nella Lista Bonino-Pannella. Ho scelto di candidarmi proprio in questa lista perché credo che sia importante la presenza di un radicale all’interno del consiglio comunale, una presenza che manca ormai da molti anni. E credo che sia importante soprattutto oggi, per due motivi molto concreti che sono strettamente legati alla mia personale esperienza politica e che proverò a raccontarvi brevemente in questi pochi minuti.
Circa un anno fa, di questi tempi, ero al tribunale di Milano, insieme ad altri pochi radicali, a controllare una per una le firme del listino di Formigoni. Un lavoro lungo e faticoso, a tratti frustrante, ma che a distanza di mesi ha portato alla luce gravi falsificazioni e violazioni di legge, al punto che oggi persino il Celeste Formigoni vede all’orizzonte il possibile tramonto del suo pluridecennale governo regionale. Una battaglia, questa per la legalità, che io ritengo propedeutica a tutte le altre, anche se forse meno visibile: infatti a poco servono buone leggi e buoni regolamenti se i politici che sono incaricati di farle eseguire e rispettare sono disonesti e corrotti. E proprio questa iniziativa ha segnato il mio esordio nella politica militante e nei radicali.
Ma subito dopo, prima ancora che venissero alla piena luce le falsificazioni di Formigoni, mi sono trovata coinvolta in un’altra campagna, che nel merito e nel metodo ha inciso profondamente sulla mia formazione e che oggi è parte integrante del mio programma e del programma della Lista Bonino-Pannella. Parlo dei referendum comunali sull’ambiente e la mobilità sostenibile promossi dal comitato Milano Sì Muove e su cui noi cittadini milanesi potremo esprimerci il 12 e il 13 giugno. In questo comitato referendario i radicali hanno avuto un ruolo di primo piano sia nella definizione dei quesiti sia nella raccolta delle venticinquemila firme necessarie alla presentazione. E anch’io, nel mio piccolo, posso dire, così come tanti altri miei compagni, di aver dato il mio contributo a questa iniziativa. Tra luglio e novembre dell’anno scorso, infatti, ho dedicato quasi tutti i miei fine settimana, e anche parecchi giorni feriali, ai tavoli di raccolta firme. Prima con il sole estivo e poi sotto le piogge autunnali. Eppure questo impegno non mi è stato per nulla gravoso, perché mi ha dato la possibilità di conoscere molte persone sinceramente dedite al bene pubblico e di parlare con i miei concittadini. Dicevo del metodo e io credo fermamente negli strumenti di democrazia diretta come i referendum, perché permettono a tutti i cittadini di essere coinvolti in prima persona e di partecipare attivamente alle decisioni politiche.
In questo momento il mio unico cruccio è che il lavoro mio e di tanti altri può ancora di andare perso: sia la battaglia per la legalità nelle istituzioni sia il progetto ecologista di Milano Sì Muove non hanno ancora dato i loro frutti e rischiano entrambe di essere cancellate dalla prossima amministrazione comunale. A meno che non ci sia almeno un radicale all’interno del consiglio comunale a vigilare, come da più di cinquant’anni facciamo in tutte le sedi dove siamo presenti, sul rispetto delle leggi e della volontà dei cittadini.
www.radicalisenzafissadimora.org
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